La saga continua, dopo il colossal fantascientifico Dune, arriva Dune: parte 2 e già si vocifera di una possibile terza parte.
A tentare per primo l’impresa impossibile di trasporre cinematograficamente gli episodi iniziali della saga fantascientifica Dune, dello scrittore americano Frank Herbert, fu l’autore post-surrealista Alejandro Jodorowsky. L’idea gli venne tra il 1974 e il 1975 e prevedeva la realizzazione di un unico film, foss’anche durato venti ore. Il regista cileno lo racconta nel documentario Jodorowsky’s Dune di Frank Pavich, girato nel 2013 ma uscito in italiano solo una decina di anni dopo. In un’ora e mezza ricostruisce i momenti più importanti della mancata realizzazione del suo leggendario film: un capolavoro tra i più inimmaginabili della storia del cinema, con un cast di «attori» già scritturati al pari di Orson Welles, Mick Jagger, e persino Salvador Dalì; oltre ai Pink Floyd richiesti per la colonna sonora. Da vedere!
Come ogni vero appassionato sa, il film non fu mai girato sebbene fosse tutto pronto, compresi movimenti di macchina, dialoghi, e quant’altro. E possiamo dunque affermare che – accantonando l’omonimo film girato nel 1984 da David Lynch, che fu un fallimento per sua stessa ammissione – laddove non riuscì Jodorowsky è però riuscito, nel 2021, il regista canadese Denis Villeneuve che più furbescamente, e in maniera decisamente meno folle, si è concentrato solo sulla prima parte dell’opera omnia. Vale la pena ricordare, infatti, che la saga di Frank Herbert, contempla una serie di romanzi che ottennero un successo mondiale diventando oggetto cult per gli appassionati del genere. Essa comprende sei volumi equivalenti a sei episodi di un’unica grande storia: Dune (1965); Messia di Dune (1969); I figli di Dune (1977); L’imperatore-Dio di Dune (1981); Gli eretici di Dune (1984); La rifondazione di Dune (1985).
Come aveva affermato tre anni fa lo stesso Villeneuve – forse con le dita incrociate, dato che il progetto avrebbe anche potuto fallire al botteghino – la prima parte era, infatti, «solo l’antipasto». E va detto che lo spettatore distratto che non vide scorrere la scritta in piccolo Prima parte in coda ai titoli di testa se ne rese conto, purtroppo, solo alla fine, quando la storia resta sospesa sul più bello.

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