André Techiné è uno dei grandi vecchi del cinema francese. Classe 1943, nella sua carriera, ha alternato le grandi storie romantiche ai racconti più intimisti, spesso in tono autobiografico, affronta argomenti come il rapporto genitori-figli, fra fratelli e fra fratello e sorella, l’omosessualità, la prostituzione, la delinquenza e il rapporto fra il sogno e la morte.
Alla Berlinale è presente nella sezione Panorama con un nuovo film che vede Isabelle Huppert protagonista. Interpreta Lucie, una specialista della polizia scientifica, che da quando il suo partner è morto, conduce una vita solitaria. Un giorno, nella casa accanto, si trasferisce una giovane coppia con la loro figlioletta. Mentre Lucie conosce meglio i tre e inizia ad affezionarsi a loro, scopre che il padre, Yann, è un attivista anti-polizia con una lunga fedina penale. A questo punto Lucie si trova davanti a un dilemma morale tra la sua etica professionale e il suo desiderio di sostenere questa famiglia. E le sue certezze cominciano a vacillare.
La coppia Techiné-Huppert non aveva lavorato insieme da decenni. Infatti, il loro ultimo lavoro insieme data 1979 ed è stato Les Sœurs Brontë.
In questa nuova opera si parla quindi di un avvicinamento di due realtà molto diverse tra loro: quella della polizia e quella degli attivisiti. È sicuramente una bella prova nella quale il tentativo di creare una connessione ha un suo lodevole senso. A livello formale il regista si concentra molto, spesso con la camera a spalla, sul viso della Huppert, quasi a dirci che è lei la soluzione del problema. È attraverso di lei che si potrà trovare il giusto compromesso tra due visioni opposte del mondo.
La critica mondiale presente a Berlino non ha accolto al meglio il lavoro tacciandolo di lento, noioso e con un potenziale che non sviluppa fino in fondo. Opinioni abbastanza condivisibili anche se è uno di quei tipici film che ti lavora dentro, che scava anche nelle ore e nei giorni seguenti la visione. Un’opera da lasciar sedimentare, come il buon vino, per apprezzarla al meglio.
Prodotto da Sylvie Pialat e Benoît Quainon per Les Films du Worso, Les gens d’à côté è coprodotto da France 2 Cinéma, Same Player, Ciné Nominé, Srab Films e Les films du Camélia. Preacquistato da Canal+ e Ciné+, il lungometraggio è sostenuto anche dalla regione Occitanie, dove si sono svolte le riprese. La distribuzione è curata da Jour2Fête e le vendite da Pyramide International.