Scritto da Messua Mazzetto in collaborazione con https://lumiereeisuoifratelli.com/
Walter Hill, Willem Dafoe e Christoph Waltz.
Tre nomi che già fanno vibrare la sala da soli, se poi li riuniamo in un film western assieme alla talentuosa Rachel Brosnahan ne esce qualcosa da ricordare.
La trama diDead for a dollar è abbastanza semplice e possiamo dire quasi classica per il genere western che ci accingiamo ad affrontare.
Un cacciatore di taglie, però con una coscienza del dovere e con la missione personale di difendere quello che è giusto (Christoph Waltz) e un furfante dal grilletto facile (Willem Dafoe) si ritrovano dopo diversi anni quando il secondo sta per uscire di galera e il primo che l’aveva spedito all’interno della stessa si accinge a compire una nuova missione; recuperare la moglie (Rachel Brosnahan) di un cliente dopo che questa è stata rapita.
La vicenda si svolge verso la fine del 1800 tra Stati Uniti e soprattutto Messico. Sparatorie, messicani dal grilletto facile, alcol e partite a carte non mancano all’interno della vicenda che evoca soprattutto dei grandi paesaggi.
Walter Hill si presenta in quest’edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con questa pellicola fuori concorso (allo stesso Hill viene conferito il prestigioso premio Cartier “Glory to the Filmmaker Award”), che si presenta un film solido e capace di fornire importanti spunti.
Un plauso va fatto per come viene affrontata la figura femminile, che non si presenta indifesa ma anzi è una donna che sa sparare, e anche bene aggiungo, una donna che prende in mano il suo destino ed il suo futuro. Waltz e Dafoe sono due indiscussi professionisti e la loro accoppiata risulta inedita però molto azzeccata, funzionano bene assieme, due personaggi con molte sfumature; né villain ma nemmeno dei “buoni”.
Le musiche sono delicate e a tratti rimandano a qualche eco morriconiano senza diventare purtroppo memorabili o incisive all’interno della pellicola, restano un piacevole però purtroppo non determinante sottofondo.
I costumi sono semplici e scarni, ma non sono il fulcro della pellicola. Lo stesso Hill in conferenza stampa l’ha definito come un film con alle spalle una produzione modesta però a mio avviso si tratta di un buon prodotto che piacerà agli amanti del genere e si può rivelare molto interessante anche per un pubblico medio.