La pandemia da Covid-19 ha determinato immensi rivolgimenti e conseguenze a livello sociale ed economico. In quest’ultimo ambito, anche l’industria cinematografica ha vissuto un periodo colmo di insicurezza ma anche di grandi cambiamenti. La chiusura obbligata delle sale nel mondo, effettuata per ragioni sanitarie relative al più o meno globale e sincronico lock-down, ha dunque portato il settore cinematografico a sviluppare nuove strategie per incrementare le proprie entrate economiche: ciò ha riguardato, soprattutto, una modificazione delle parti distributiva e fruitiva dell’industria filmica. Quest’ultima, infatti, si compone di tre fattori essenziali: la produzione, costituita dalla realizzazione dei prodotti audiovisivi; la distribuzione che, come suggerisce il termine, riguarda il passaggio del singolo film dalla casa produttiva alla sala cinematografica o, fenomeno diffuso negli ultimi decenni, ai vari schermi domestici; infine, la fruizione, cioè l’atto concreto della visione da parte del singolo spettatore.

La pandemia ha portato ad un’interruzione della fruizione collettiva, cioè della visione del prodotto audiovisivo nelle sale cinematografiche insieme ad altri individui e, per contrasto, ad un aumento dell’utilizzo degli schermi domestici, ovvero personal computer, cellulari, tablet o smart tv, effettuato tramite siti on demand, ossia piattaforme virtuali che permettono allo spettatore di abbonarsi per guardare l’intera filmografia virtuale (il caso più conosciuto è Netflix), oppure di comprare il singolo prodotto audiovisivo, oggetto dell’interesse del fruitore (ne è un esempio il sito it.Chili.com). Si tratta, a ben vedere, dell’esasperazione di un fenomeno già in atto da decenni, coincidente con la diffusione del digitale nell’industria filmica: la pandemia ha portato quindi ad un’accelerazione di tale dinamica, spingendo anche le singole sale cinematografiche ad usufruire di piattaforme online per vendere, in streaming, la visione del film. Nel Canton Ticino, ciò è stato effettuato dai cinema LUXarthouse di Massagno e Otello di Ascona, i quali hanno offerto agli spettatori, tramite le proprie pagine virtuali, diverse proiezioni online, i cui ricavati sono stati destinati per metà alla sala, mentre il restante 50% è stato percepito dalla casa distributiva del singolo prodotto audiovisivo.

» leggi articolo completo su cinemany