Chiudete gli occhi e pensate al luogo che per voi è casa, il vostro porto sicuro, la vostra base e immaginate di essere lì in questo preciso momento (se già non lo siete), per provare le sensazioni che l’ambientazione vi trasmette. Ciò che state sentendo è quello che prova un vero biker nei confronti della propria moto. Il suo mondo è tutto lì, tra due ruote e un manubrio.
Questo è ciò che ho captato guardando film come Il Selvaggio (1953) di László Benedek, che ha come protagonista una delle più grandi stelle Hollywood, ovvero Marlon Brando. Come Easy Rider – Libertà e paura (1969) diretto e interpretato da Dennis Hopper, con Jack Nicholson e Peter Fonda e come Devil’s Angels (1967), diretto da Daniel Haller con John Cassavetes. Tutti film che si focalizzano su motociclisti e sul loro modo di vivere.
Il genere in questione, dove Il Selvaggio è considerato il capostipite, viene chiamato bikexploitation e fa parte dell’exploitation. Filone che racchiude film in cui si rinuncia alla ricerca di valori artistici per porre la concentrazione su altri elementi, come l’esibizione di scene di sesso e di violenza.
Il primo elemento che ha attirato la mia attenzione e che è presente in tutti e tre i film è il modo in cui viene presentato il biker, o forse sarebbe meglio dire non presentato. Non riceviamo nessuna informazione su chi sia, sul perché abbia deciso di vivere la sua vita in sella ad una moto o sul suo passato. Si viene catapultati nel suo mondo senza nessun tipo d’introduzione, come se la storia fosse iniziata prima del nostro arrivo, togliendoci la possibilità di avere un quadro più generale della situazione. Tutto ciò che si sa e si vede è quello che accade nel presente, niente di più e niente di meno. Ed è questo, infatti, il modo di vivere del motociclista, non nel passato o nel futuro, ma alla giornata, nel “qui e ora”. Il modo di presentare i fatti è quindi anche un modo per spiegare come il biker affronta la vita.
L’elemento costante è la moto e proprio per questo rappresenta il suo mondo, il suo punto di riferimento. Mentre la variabile è il viaggio, che cambia in ogni momento e che rende ogni giorno diverso. Non si sa che cosa si può incontrare lungo il cammino e qualsiasi elemento può essere motivo di distrazione e di sosta. Una manifestazione, altri motociclisti, una donna,…