La faccia d’angelo biondo che ricorda il protagonista di Arancia Meccanica. Le pistolettate senza emozioni, come se andasse a far la spesa, che sono un chiaro riferimento a Pulp Fiction, e i primissimi piani delle scarpe e dei visi che si rifanno ai duelli western di Sergio Leone. Tutto ciò per dire che El Angel di Luis Ortega (in competizione nella sezione Un Certain Regard) è una continua citazione ad altri film. Certo, è anche un’esperienza divertente per il tono grottesco ed esagerato che emerge in alcuni momenti, ma alla fine non resta molto altro.
Il fatto che il film si rifaccia a una vicenda realmente accaduta  e basata sulla storia di Carlos Robledo Puch, il quale uccise 11 persone tra il 1971 e il 1972, quando era appena ventenne, non basta a farlo diventare un grande film. Così come non basta il citazionismo e il tono quasi surreale. L’impressione è quella di un tizio un poco furbo che vuole fare l’occhiolino allo spettatore per dirgli: guarda come sono bravo, vedi quante ne so…

Sarà che in questi primi giorni ci stiamo abituando bene, tuttavia El Angel lo confiniamo in quel recinto di lavori piacevoli ma che non generano altre emozioni. Forse è l’impressione del déjà vu a rovinare la visione, ma possiamo anche passare, senza troppi rimorsi, al prossimo.