Per tutti gli amanti de Il trono di spade l’appuntamento con il prequel House of the Dragon è senza dubbio un momento memorabile. Fin dalle prime note della sigla, la nostalgia per i personaggi della saga più vista di sempre, riporta lo spettatore alle emozioni delle otto stagioni in compagnia dei grandi personaggi delle famiglie di Westeros e alla leggendaria Daenerys Targaryen.
Sono proprio gli avi di Daenerys i protagonisti indiscussi di questo prequel che ci vuole raccontare la danza dei draghi, storia racchiusa nelle pagine del libro Fuoco e sangue dell’autore George R. R. Martin. E l’estetica eterea della stirpe Targaryen, candidi come la luna, non lascia dubbi. Le ambientazioni sono curate, come i costumi. Ma la prima stagione sembra marciare sul posto. Non ha slancio, ha un tono fin troppo intimista.
La trama potremmo definirla preparatoria, ci aiuta ad orientarci, ci accompagna nelle pieghe della storia presentandoci i personaggi principali e le intricate relazioni che condurranno la famiglia Targaryen ad una guerra intestina.
Niente a che vedere con la ferocia sanguinaria alla quale ci avevano abituati i Lancaster, gli Stark, il Re della Notte e la stessa erede Targaryen. Non troviamo neppure la spregiudicatezza sessuale che duecento anni dopo abbiamo visto correre libera e a volte sinceramente gratuita a Westeros.

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