Paul Vecchiali non c’è più. Eppure, è ancora vivo grazie ai suoi film. Il regista, scomparso lo scorso gennaio, è protagonista di un ultimo postumo e commovente lavoro: Bonjour la langue. Un chiaro ed evidente omaggio a Jean-Luc Godard e al suo Adieu au langage.

Un’opera girata in un giorno con il suo amico e fidato Pascal Cervo, già presente in altri suoi film. È un’opera che è anche un po’ un testamento. Un’eredità a Pascal e soprattutto agli spettatori. La trama è essenziale e senza fronzoli: quando il suo treno si ferma nella stazione di Draguignan, Jean-Luc (Cervo) decide all’improvviso di scendere per andare a fare una visita a sorpresa al padre, che non vede da più di sei anni. Un arrivo che è l’occasione per ripercorrere le proprie vite, per dirsi tutto quanto c’era da dire e che non è stato mai detto, ma soprattutto un’ultima testimonianza della presenza di un uomo che ha passato la sua vita dietro alla macchina da presa.

Presentato in prima mondiale a Locarno Bonjour la langue è una piccola chicca, costruita in modo semplice (tre location, camera fissa e campo contro campo) per dare spazio alla lingua (quella del titolo appunto) e ai ricordi dei due personaggi. Anche alla distanza che è esistita tra padre e figlio. Fino all’ultima, sorprendente, rivelazione.

Paul Vecchiali non c’è più eppure le sue parole, il suo sguardo dolce e incisivo, i suoi abiti chiari e la sua immensa cultura sono una grande eredità della quale essere fieri. Bene ha fatto, quindi Locarno, a presentare questo ultimo gioiellino.

foto: Dialectik