Adult, Bicycle, Male, Man, Person

di Simona Magnini

The Vanishing Soldier, il film che ha già fatto incetta di nomination presso la Israeli Film Academy, nasce da un aneddoto autobiografico del regista: «Avevo 18 anni, come il protagonista del film, e facevo la guardia di notte quando ho deciso di fuggire via e nelle orecchie avevo la stessa musica che si sente alla fine del film. Nessuno l’ha mai saputo…fino adesso.» È di una sincerità disarmante Dani Rosenberg, così come l’impulso di Shlomi (Ido Tako), il protagonista, di inseguire la normalità dei suoi 18 anni: vuole vedere a tutti i costi la sua ragazza, Shiri (Mika Reiss) a Tel Aviv, vuole vivere la sua vita: mangia e beve con un’energia che significa ansia di sopravvivere. «La prima immagine che ho avuto del film è stata quella di Buster Keaton che fugge», dice Rosenberg in conferenza stampa. E difatti il film è tutto un correre da una Gaza bombardata e piena di orrori a Tel Aviv, che col suo pullulare sonoro sembra indifferente alla tragedia che è lì a pochi passi, coi suoi locali assordati dalla musica e dai turisti. La sua passione per Shiri è totalizzante, quasi sgangherata perché Sholmi ci mette tutto il suo slancio vitale: è perfino troppo. Ma per lui Shiri rappresenta la normalità che gli è stata negata dalla guerra. Sotto le sue finestre grida il suo nome con una disperazione che è di un bambino cresciuto troppo in fretta e per necessità. «Il peggio non è vivere l’orrore, ma sentire l’indifferenza a quello che vivi», le confessa.

A Tel Aviv Shlomi scopre che i suoi superiori pensano che sia stato rapito e l’escalation della controffensiva araba è a un soffio. Il peso della responsabilità è troppo grande e Shlomi presto dovrà prendere una decisione.

Ma intanto lui corre, con la forza dei suoi pochi anni pedala velocissimo sulla bicicletta con l’enorme fucile che gli fa da zavorra, poi ancora a piedi verso e dentro la città: lo spettatore si sente un fiato da runner. Fugge dalla guerra oppure fugge verso l’amore? «Sarà il pubblico a decidere», dice Avraham Pirchi, produttore del film insieme a Michaeli Chilik.

C’è un momento solo che nel film è pura pace e poesia: il ballo di Shlomi con la nonna in parte affetta da demenza senile sulle note di una dolce milonga spagnola in TV. Forse che la serenità si raggiunga solo con l’oblio?

Intanto godiamoci questa legittima ansia di vivere una vita intera nello spazio di 24 ore al cardiopalma.

The Vanishing Soldier è in gara per il Concorso Internazionale al Festival del Film di Locarno.