Ci sono tre film all’interno di Making of del regista francese Cédric Kahn. Il primo è quello su dei lavoratori in sciopero, il secondo segue un regista esaurito, e il terzo è il making of di un film affidato a un giovane appassionato di cinema.

Presentato a Venezia, fuori concorso, la pellicola francese è godibile ed è un’immersione nel mondo cinematografico, dentro e fuori dal set. Ci si bagna, si litiga, si ama e ci si arrabbia con i protagonisti. “Mi è sembrato che queste storie fossero in risonanza reciproca e che, mettendole insieme, se ne potesse ricavare una commedia sociale, con il cinema come sfondo: un mondo che difende le cause nobili mentre riproduce le sue disuguaglianze sociali”, rileva lo stesso regista. E in effetti ci sono diversi aspetti interessanti nel lavoro di Kahn. A comunicare dal sovrapporsi dei vari piani cinematografici e soprattutto nel continuo passare dalla realtà alla finzione filmica. Un curiosare dietro il set, scoprire un mondo diverso da quello che vediamo nelle immagini, che non è nuovo, ma è pur sempre affascinante e unico. Una sorte di circo, con le sue regole, le sue diverse umanità e soprattutto un microcosmo che in tutto e per tutto replica la vita reale.

C’è anche un altro livello interessante e più personale in Making of. E ce lo spiega ancora Kahn: “Il film potrebbe anche essere l’incontro tra il giovane che ero un tempo, pieno di sogni, in attesa dell’opportunità giusta, e il regista che sono diventato, capace di fare film e costretto a mettere continuamente in discussione il proprio processo creativo… Tre film che avranno una regia distinta, ma che si sovrapporranno in un caos disorientante. Nel complesso, una commedia umana”. Ecco, la commedia umana, tanto cara ai francesi – non per nulla La Comédie humaine l’ha scritta Balzac nel 1800 – è proprio il riferimento perfetto per questo film che si svolge in diversi atti e che mette in scena la vita, nei suoi vari aspetti.

Girata con mano sicura, senza fronzoli, e appoggiato su un buon ritmo interno, Making of è anche un film di lotta. Quella dei lavoratori, quella per trovare l’amore, ma soprattutto quella di realizzare il proprio film, la propria opera d’arte.