Siamo nell’età di passaggio. Laddove si gioca una parte della propria vita e il futuro. Sophie è una liceale brillante. Incoraggiata dal suo insegnante di matematica, lascia la fattoria di famiglia per frequentare una classe preparatoria scientifica di alto livello a Lione. Tra nuovi incontri, successi e sconfitte, e confrontata a una feroce competizione, Sophie si rende conto che il suo sogno di entrare al Politecnico rappresenta più di una competizione: una vera e propria sfida per l’ascesa sociale.
Presentato in Piazza Grande, il film di Frédéric Mermoud merita di essere visto per diverse ragioni. Anzitutto per la storia, appassionante, interessante e convincente che gira interno alla ragazza. Inoltre, per il ritmo, sempre incalzante, che non ti fa mai guardare l’orologio per sapere quanto manca (e di film del genere, anche in Piazza Grande ne abbiamo visti parecchi). In terzo luogo, per l’azzeccata scelta dell’attrice che interpreta la protagonista. La giovane Suzanne Jouannet è davvero brava nell’interpretare un’allieva di matematica in difficoltà e nel far di tutto per cercare di recuperare il gap verso gli altri studenti. La sua tenacia, ma anche i momenti di sconforto, sono recitati in modo intenso e accompagnati da un’allegria naturale che si contrappone ai momenti di grande concentrazione e serietà.
È anche un film dove si gioca molto sui contrasti, sugli opposti. Abbiamo l’allieva povera che grazie a una borsa di studio frequenta una scuola per ricchi e che quindi situa il film in una dimensione sociale. Ma abbiamo anche il talento naturale dell’amica contrapposto alla tenacia di Suzanne. E soprattutto il lavoro fisico in fattoria con quello mentale della scuola. Senza scordare i momenti di apprendimento serio, con docenti duri e severi, a scuola, con quelli più divertenti e leggeri nei pub.