Scritto da Messua Mazzetto in collaborazione con https://lumiereeisuoifratelli.com/

Stephy Tang è raggiante nel suo abito quando presenta ad Udine 12 Days, sabato 23 Aprile. 12 Days è la storia di una coppia vista in un modo alternativo, quasi vignettistico. Sono dodici momenti, non consecutivi ma distanziati almeno qualche mese l’uno dall’altro.

È la storia di una coppia di Hong Kong che si fidanza, si sposa e dopo inizia a cadere in una spirale discendente, dove ciascuno dei due ne uscirà insoddisfatto. L’amore è reale oppure è una questione di abitudine? Questo è uno degli interrogativi che la coppia si pone e sopratutto cerca di comprendere la protagonista femminile, la quale è in continuo dilemma tra i suoi sentimenti reali e quelli che dovrebbe provare “seguendo” gli stilemi della società.

La regia è delicata, lascia pieno spazio ai dialoghi e alle situazioni tra i due, l’evoluzione di questa coppia e del loro legame. Le musiche sono anch’esse leggere e non pregnanti (non vi è un tema oppure qualche brano in particolare che emerge).

Per quanto riguarda i protagonisti Edward Ma e Stephy Tang, riescono entrambi a calarsi nei panni di questa coppia di Hong Kong divisa tra lavoro, famiglia e sentimenti contrastanti.

Quello che sorprende è la loro relazione, il fatto che nonostante siano marito e moglie restino dei punti di superficialità; i due non riescono mai a conoscersi appieno; e con il passare degli anni invece di conoscersi meglio si allontanano e restano assieme più per abitudine ed assuefazione reciproca che per sentimento vero e proprio.

Il giorno dopo la presentazione ufficiale Stephy Tang ha dichiarato che il film l’ha provata parecchio a livello emotivo, e dopo anni di recitazione ha capito che il suo genere cinematografico è più il dramma rispetto alla commedia. Le commedie divertono e sono più leggere ha sempre affermato, il dramma stanca maggiormente ma dona anche più soddisfazione.

In conclusione, si tratta di un’operazione interessante in quanto vedere queste scenette di vita pone importanti riflessioni allo spettatore, però purtroppo gli sbalzi temporali non sono sempre troppo soddisfacenti; in diversi attimi non si capisce quanto tempo sia passato da un “momento” all’altro e questo crea un attimo di sbilanciamento. È un film che occorre vedere almeno un paio di volte per coglierne al meglio la storia e i dettagli.