Un film dal tono particolare, intitolato Le bruit des moteurs, è stato presentato in questi giorni al Festival di San Sebastian.

La vicenda è incentrata su Alexandre, addestratore dei funzionari doganali canadesi, che è costretto a tornare nella sua città natale, dopo che il suo datore di lavoro gli ha diagnosticato un problema sessuale compulsivo. A casa dalla madre, la quale gestisce un circuito di auto da corsa, fa amicizia con una giovane pilota islandese. Ma nel contempo si trova anche sotto sorveglianza da parte degli investigatori della polizia che stanno indagando su un caso di video pornografici che sta disturbando la pace nel piccolo villaggio.

A prima vista sembra una storia un po’ contorta e fantasiosa, ma la si riesce a seguire bene grazie a un ritmo piuttosto lento e riflessivo, intervallato da alcune immagini scattanti e veloci, tipiche degli action movie anni 70. Scritto e diretto da Philippe Grégoire è un’opera prima interessante (anche se non un vero e proprio capolavoro) proprio per il tono serio (anche in dialoghi più leggeri) che ricordano un po’ la filmografia di Aki Kaurismäki. Un tono che vira all’assurdo in alcuni momenti, come quando la giovane pilota d’auto racconta le proprie passioni e gli chiede quale sia il film preferito di Andrà Forcier (uno dei registi del Québec più importanti).

Opera anche autobiografica in quanto il regista è nato e cresciuto – proprio come il personaggio del film – a 45 km da Montreal, in un piccolo paese contadino in cui non c’è quasi nulla da fare. Così come è autobiografico il riferimento narrativo alle guardie di confine. Da giovane, infatti, aveva lavorato in quel corpo a tempo parziale, per pagarsi gli studi.  E come ha detto lo stesso Grégoire, “il film mi ha permesso di fare luce su una parte della mia vita che ho sempre tenuto nascosta o addirittura ho cercato di cancellare”.

E l’intenzione del regista, oltre che di portare in giro il suo lungometraggio tra festival e rassegne in tutto il mondo, “anche quella di “organizzare una proiezione nel villaggio per tutti quelli che sono stati lì per me. Spero che la comunità locale si divertirà a guardare questo film che è loro indirizzato e che è stato prodotto da uno di loro”.

Insomma, il film è un ritorno alle origini, alla terra natia di un giovane autore che parte da questa prima dal tono glaciale per poi, chissà, fare una bella strada.