Un cadavere nell’appartamento vicino. L’uomo è morto solo, nell’indifferenza più assoluta, due anni prima che la polizia ne rinvenga il cadavere ormai decomposto. Gregor non si è accorto di nulla. Non sapeva neppure di avere un vicino di casa. Un fatto che lo scuote nel profondo, trasformando la sua giornata in una vera e propria ricerca di un perché.
Il tarlo dell’indifferenza scava la mente di Gregor. A nulla vale il tentativo di rassicurazione della fidanzata. Gregor sente di portare chiuso in petto un peso indescrivibile. L’angoscia si fa paura e infine terrore, quando, entrato di nascosto nella casa del morto si rende conto di trovarsi, in verità, proprio nel suo stesso appartamento e di guardare in faccia al suo inevitabile futuro.
Il regista Léon Yersin incarna una paura comune: la solitudine. Diventare invisibili fin tanto da passare inosservati perfino da morti.
Un film riuscito, con ritmo, phatos e una buona regia. Magnetici gli occhi stralunati di Pierre Cevaer alias Gregor.
IL PREGIO: una narrazione alla quale non manca nulla
IL DIFETTO: la fotografia forse leggermente sottotono