Un buon prodotto, anche senza toccare vette eccelse, è il terzo film del programma ufficiale. Parliamo dell’americano Diane di Kent Jones, un autore che ha alle spalle, quale produttore esecutivo, niente meno che Martin Scorsese. Non male per il suo primo lungometraggio. Anche se il personaggio è di tutto rispetto in quanto, oltre ad aver già girato alcuni documentari, dal 2013 è il direttore del New York Film Festival.
Grazie alla bella prova della protagonista Diane (Mary Kay Place) è leggermente superiore ai primi due film del concorso. La pellicola è ambientata nella regione di un altro film importante e che ha avuto un grande successo nei mesi scorsi e cioè Manchester by the sea. Dobbiamo quindi indossare guanti, berretti e giacconi pesanti e seguire le vicende della donna. Lei vive per gli altri. Serve infatti in una mensa dei poveri e cerca di curare il figlio tossicodipendente. Ma trascura se stessa e il suo viso sempre scontento e rivolto a un passato che non torna più è l’emblema migliore di uno stato d’animo negativo. Anche il rapporto con il figlio è problematico e dettato dalla mancanza di comunicazione.
Ecco, forse l’unico grande difetto, è quello di assomigliare troppo a un prodotto che ha appena avuto successo. E forse, anche in questo, esistono alcuni problemi legati al ritmo interno del racconto. Ma, in definitiva, è un film abbastanza riuscito.