Daniel (interpretato da Earl Cave, figlio di Nick Cave) è un adolescente appassionato di heavy metal che si ritrova a dover rivedere i programmi per le vacanze estive, inaspettatamente stravolti all’ultimo minuto. Dovrà quindi trascorrere l’estate con la persona che sopporta meno: sua madre.
Dopo averlo visto in anteprima al Palacinema, mi dico che Days of the Bagnold Summer, lungometraggio inglese del regista Simon Bird, è sicuramente un film per la Piazza, per quella sua capacità di trovare un equilibrio spontaneo fra comicità e dramma, fra gravità e leggerezza, fra spensieratezza e riflessione.
Days of the Bagnold Summer si concentra molto sui personaggi, sul loro vissuto emotivo, sulle loro idiosincrasie, e sulle tensioni che nascono quando persone di generazioni diverse si trovano a convivere e a condividere la quotidianità. Un film che utilizza molto bene i contrasti, e che in questi contrasti trova situazioni narrative che generano sorriso e consapevolezza.
Come afferma Earl Cave, raggiunto prima della protezione assieme a Simon Bird per una chiacchierata informale, il film «gioca molto con l’amore incondizionato». Come attore, per lui è stato importante «raggiungere un equilibrio» fra l’insofferenza che il personaggio del figlio nutre verso la madre, e l’idea che «in fondo Daniel può anche essere molto sensibile». Il regista Simon Bird, dal canto suo, ci confessa che una delle fasi più delicate del film è stata quella dell’allestimento del cast. In questo senso, la scelta di attribuire a Earl Cave il ruolo di Daniel è stata senz’altro vincente. Per dirla con le parole di Bird, «you can see that underneath Daniel there is a bit of Earl»; ovvero, «si può notare come dietro il personaggio di Daniel ci sia anche un po’ di Earl».
Chi ha visto il film, non potrà che essere d’accordo.