Avevamo molto apprezzato Echo, il precedente film di Rúnar Rúnarsson che era stato presentato nel 2019 in competizione a Locarno. E quindi l’attesa per il nuovo lungometraggio del regista islandese era parecchia. Il suo nuovo lavoro si intitola When The Line Braeks ed è stato presentato in apertura della sezione Un certain regard a Cannes.
Il film parla di vita quotidiana e di un evento che ne spezza la bellezza. Osserviamo, infatti, un gruppo di amici che vive un lutto privato, ma che diventa in poche ore anche un evento nazionale – un grave incidente in una galleria – che coinvolge in modo letale un ragazzo.
Seguiamo la vicenda attraverso il punto di vista di Una, la ragazza del giovane scomparso. E attraverso di lei scopriamo, tutte le fasi del lutto. Dalla presa di coscienza all’elaborazione del lutto fino alla rinascita. E come dice lo stesso regista “il film è piuttosto semplice: seguiamo la nostra protagonista e le persone che la circondano alle prese con l’evento che si sta svolgendo e con i conflitti interiori che ne derivano”. Il tutto si svolge nell’arco di una giornata: da un tramonto all’altro. E, infatti, la luce è uno degli aspetti fondamentali de When The Light Breaks. Una luce blu, serale, avvolgente che viene più volte frastagliata nel corso del film da quella dei neon, gialla, forte e piena di energia.
Due parole anche sulla giovane protagonista: Una. Lei è la protagonista ma viene inserita in un contesto di gruppo, quello degli amici, alcuni dei quali vede per la prima volta. E come aggiunge ancora il regista “È il segreto che porta con sé: tutti hanno una relazione con l’evento che si svolge, e relazioni molto personali, ma per me è importante che gli altri del gruppo non conoscano esattamente la sua posizione e la sua prospettiva. Spesso le relazioni tra le persone vengono semplificate in modo che le persone siano rivali – ma siamo tutti esseri umani che hanno a che fare con le stesse emozioni”. Ed è infatti questo uno dei meccanismi più interessanti di questo film che conferma la bravura del regista islandese e ne rivela al mondo il talento.
Se facciamo un passo in più nell’analisi ci accorgiamo che lei e gli altri amici durante il film continuano a camminare. Sono ragazzi che cercano un loro posto nel mondo, e lo fanno attraversando spazi ed emozioni, luoghi e ricordi. Tutti, infatti, hanno qualcosa da dire sul ragazzo scomparso. Hanno un ricordo da condividere e da sottolineare. Nello spazio privato di un incontro, ma anche in quello pubblico di un Paese, l’Islanda, mai filmata così bene.