Emilie Bujès, artistic Director of festival Visions du Réel (in Nyon-VD)

Ancora più di prima quest’anno il documentario sta primeggiando a livello internazionale. A Berlino e a Venezia hanno vinto il Leone d’oro e l’Orso d’oro due film del reale: On the Adamant di Nicolas Philibert e All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras.

Ecco perché non deve passare inosservato il festival Visions du Réel che si svolge dal 21 al 30 aprile a Nyon. La 54esima edizione dell’evento dedicato al documentario svizzero e internazionale è un appuntamento ormai consolidato e attira sempre un buon numero di spettatori sulle rive del Lemano.

Dal comitato di selezione sono stati scelti 131 film tra i circa 3mila visionati: una cifra stabile da diversi anni a testimoniare da un lato una grande forza attrattiva della rassegna e d’altro lato una produzione sempre importante di questo genere di film.

Come ci dice la direttrice del festival Emilie Bujès: “Sono soddisfatta nel constatare che il festival conferma la sua forza attrattiva. Sono infatti 82 i film proiettati a Nyon in prima mondiale e ben 24 le opere di esordienti”. Tra gli eventi più attesi anche la prima mondiale di Nightwatchers, lungometraggio della regista francese Juliette de Marcillac, che aprirà la rassegna venerdì 21 aprile alla presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.

Dal punto di vista dei paesi rappresentati nelle opere di Nyon, “la rassegna principale e cioè l’International Feature Films Competition è particolarmente interessante e aperta, con film provenienti da Venezuela, Burkina Faso, Corea del Sud e Thailandia, tra gli altri, mentre nella sezione Burning Lights Competition troviamo film dal Costa Rica, Iran e Cina”.

Da sempre – evidenzia ancora la direttrice – la rassegna “è abitata di film personali, originali, singolari, e si avventura fuori dai sentieri battuti normalmente. Il nostro desiderio è quello di offrire colori e vocabolari cinematografici il più vari possibile, per abbracciare il mondo e il cinema in tutta la sua diversità e la sua complessità”.

Anche il cinema documentario elvetico ha sempre la sua importanza all’interno di Visions du Réel. Chiediamo perciò a Emilie Bujès qual è lo stato di salute del nostro documentario. “Eccellente direi. Quest’anno abbiamo una presenza molto significativa del cinema nazionale con ben 37 coproduzioni spalmate nelle varie competizioni. Abbiamo un’ottima presenza di opere dalla Svizzera tedesca e dalla Romandia, ma purtroppo solo una coproduzione dal Ticino: Pure Unknown (Amka Films) di Valentina Cicogna et Mattia Colombo”.

Diversi gli ospiti di Nyon. A cominciare da Lucrecia Martel, “la quale ci piace perché la sua indagine assomiglia alla nostra in quanto sta lavorando sul confine tra i vari generi. Sarà anche una gioia contare sulla presenza della regista francese Céline Sciamma. E lo stesso vale per Alice Rohrwacher, che desideriamo accogliere da anni e che senza dubbio convincerà il pubblico con una filmografia venata di realismo magico. Insieme, queste tre donne rappresentano sicuramente un’idea entusiasmante e trascinante di cinema contemporaneo. Infine, daremo il benvenuto al regista svizzero Jean-Stéphane Bron, figura chiave del cinema svizzero documentaristico e politico», sottolinea ancora la direttrice.

Tra gli altri eventi di sicuro interesse: anzitutto le proiezioni speciali e in anteprima dei due film premiati a Berlino e Venezia: On the Adamant (il 20 aprile con una proiezione gratuita) e All the Beauty and the Bloodshed (il 23 aprile). Inoltre, saranno proiettati dei cortometraggi di cineasti ucraini a un anno dall’inizio dell’invasione russa. Il festival renderà omaggio anche a Jean-Luc Godard (con il quale Visions du Réel aveva prodotto una mostra dell’Image Book nel 2020, poi presentata alla Berlinale 2022) e ad Alain Tanner, recentemente scomparsi.

Da notare che per chi non potesse recarsi a Nyon c’è la possibilità di vedere online, a soli 25 franchi, 50 film che saranno proiettati durante la rassegna. Per saperne di più consultare il sito www.visionsdureel.ch.

 

foto: Sébastien Agnetti