I Beatles sono stati un fenomeno di massa che probabilmente non ha più avuto eguali. Nemmeno Madonna, Michael Jackson o Taylor Swift hanno raggiunto tale popolarità.

Per capirlo meglio, fuori concorso, a Venezia è stato presentato un documentario (che però ha anche dei tratti legati alla fiction) intitolato TWST – THINGS WE SAID TODAY. Un filmato piuttosto interessante che parte da quel fenomeno e poi allarga lo sguardo a un’epoca.

Siamo nell’agosto del 1965 e i quattro ragazzi di Liverpool arrivano con un aereo della TWA a New York per partecipare al concerto allo Shea Stadium. Osserviamo le ragazze e i ragazzi lanciarsi verso le auto che trasportano la band all’hotel e alla conferenza stampa di presentazione. Una serie di filmati d’epoca in bianco e nero senza commenti e nei quali il suono presente è quello originale: le urla dei fan.

Poi, lentamente, il quadro di riferimento muta, si allarga. E compaiono altri luoghi, altri fatti come l’Esposizione Universale di New York, i disordini di Watts che filtravano dalla East Coast in televisione o ancora la vita quotidiana al mercato del pesce. E con questo allargamento di prospettiva compaiono, delle ombre disegnate sullo schermo, degli schizzi di persone che si muovono, osservano la scena. E con essi anche la voce fuori campo, che racconta di fatti, di storie e di una vita che è passata ma che forse è anche attuale. Sentiamo giovani e vecchi che parlano, donne e bambini che discutono, voci che si sovrappongono, rumori che si fanno vieppiù diversi e complessi. E a un tratto, arriva anche il colore. A segnalare il cambiamento, l’arrivo della modernità. E sono immagini familiari, in Super8, a indicare l’amatorialità di quel gesto cinematografico. La sua democratizzazione.

E il tutto ha anche una chiosa, bella anche se ovvia. Si ritorna laddove tutto è iniziato. Un film del rumeno Andrei Ujica (documentarista e scrittore) che val la pena di scoprire, anche su una piattaforma.