La cinematografia rumena si conferma, ancora una volta, tra quelle più interessanti a livello europeo. Anche il nuovo film The Whistlers – presentato nel concorso principale – di Corneliu Porumboiu, ce lo dice in modo chiaro. E questo nonostante, o forse anche grazie al fatto, che ci troviamo davanti a un film di genere: un polizesco. Cristi, un ispettore di polizia corrotto dai trafficanti di droga, è sospettato dai suoi superiori ed è perciò sorvegliato. Lui, per cercare di non farsi beccare, deve imparare una lingua antica e segreta, quella del fischio. Un codice che dovrebbe permettergli di salvarlo e di inseguire un amore inaspettato (la bellissima Catrinel Marlon).
Noi seguiamo il suo apprendimento di questo strano linguaggio e, parallelamente, gli stiamo a fianco nella risoluzione del caso.
È dai tempi di M, il mostro di Düsseldorf che un fischio non diventava tanto importante nella narrazione di un film. Il riferimento a un grande classico non è per nulla casuale in quanto il regista rumeno si è divertito parecchio a seminare citazioni per tutta la durata della pellicola. Dal set in disuso di un film (che ricorda Cinecittà, passando per la scena della doccia di Pshyco, per arrivare a un film di John Ford proiettato al cinema. E non manca la scena in cui, un regista troppo curioso, viene fatto fuori senza tanti scrupoli.
Ma a parte questi piccoli divertimenti adatti ai gusti dei cinefili, il film scorre bene. Ha una sua bella linea narrativa e un ritmo adeguato: né troppo incalzante (non siamo in Asia), né troppo lento. Il tutto condito con un tono ironico. Si sono infatti sentite alcune risate arrivare dal pubblico, che in competizione fino ad ora erano un poco mancate.