In questo film si parla di Regime Franchista in Spagna e lo si fa partendo da una semplice domanda: la Storia, anche quella dolorosa, deve essere ricordata o dimenticata? Tutto gira attorno a questo concetto. Ed è un po’ il tema che in queste settimane tocca altre pellicole in uscita come Sulla mia pelle legato alla vicenda di Stefano Cucchi e 22 luglio film dedicato alla strage fatta da Anders Breivik sull’isola di Utoja. Due film, questi ultimi, visibili su Netflix e passati alla Mostra di Venezia.
Ma torniamo a The Silence of Others. Il Festival dei Diritti Umani di Lugano, ha dedicato la serata di ieri a questo film, invitando anche una delle protagoniste: Paqui Maqueda. A distanza di 40 anni alcune vittime di quel regime fascista stanno ancora aspettando giustizie e si battono, giorno dopo giorno, per far sì che i criminali siano processati. Ma è dura ottenere un risarcimento morale in un Paese in cui le vie e le piazze sono ancora dedicate a chi ha lavorato con Franco in quegli anni. Ed è ancora più dura sapendo che in quel Paese la politica, nel 1977, aveva approvato un’amnistia sui crimini fatti durante il Franchismo. Un patto dell’oblio. In altre parole si chiedeva e si chiede ai cittadini di dimenticare il proprio passato. Ma alcuni di loro non ce la fanno e attraversano l’Oceano per fare giustizia. Vanno fino in Argentina, dove una giudice si fa carico delle loro storie e apre un contenzioso internazionale.
Il documentario, prodotto dai fratelli Almodovar e ben diretto da Robert Bahar e Almudena Carracedo, segue le vittime del regime. C’è chi ha vissuto direttamente sulla propria pelle le torture dello Stato, chi ha perso un genitore e chi si è visto portar via un figlio. Non vogliono vendetta, ma hanno bisogno di un risarcimento morale per il torto subito.
È un film che fa pensare, soprattutto perché a essere coinvolto è un Paese vicino a noi. Un luogo, come detto nel dibattito seguente, in cui andiamo in vacanza. Una Nazione che, tuttavia, non ha ancora fatto i conti con la propria Storia, ma ha cercato di nasconderla sotto il tappeto, come se non fosse mai successo nulla, come se l’oblio potesse rimettere tutto a posto. Ma non funziona mai così, la Storia non la si dimentica, è lì per essere ricordata, capita e analizzata. “La Storia siamo noi e nessuno si senta escluso”.