Difficile non provare empatia e simpatia per Jimmie Fails, un giovane nero che sogna di recuperare la casa vittoriana costruita dal nonno, nel cuore di San Francisco. Lui e il suo amico ci provano in ogni modo. Se ne prendono cura quando la casa è abitata da una vecchia coppia e ci vanno a stare quando è in vendita e disabitata. Perché quella è la casa di famiglia nella quale vuole tornare a vivere, così dice sempre Jimmie.
La ricerca e l’attaccamento alle proprie radici e alla propria storia è uno degli elementi su cui il regista Joe Talbot ha insistito. Insieme alla forza delle immagini di una città filmata nei suoi quartieri più nascosti e meno turistici. Ma soprattutto questo è un film che si inserisce perfettamente nella programmazione di quest’anno e che richiama la retrospettiva Black light.
Presentata nel concorso principale la produzione americana ha anche alcuni fragmenti onirici, sparpagliati qua e là che ben si accompagnano al sogno del giovane.
L’America dei neri, quella dei bianchi, la storia dolorosa che ha unito queste due realtà e il presente che si interroga su quello che è stato e quello che sarà.