È una canzoncina che non mi tolgo dalla testa quella di Technoboss. Il film del portoghese Joao Niculao fa della stravaganza il suo marchio di fabbrica più evidente. A questo aggiunge una narrazione costruita più sugli episodi che sulla linearità. Il protagonista è un vecchio tecnico di allarmi, che giunto ormai all’età della pensione non riesce più a seguire gli sviluppi tecnologici e quindi a fare il proprio lavoro come si deve. Comunque, grazie al suo charme e alla sua simpatia, si fa voler bene dai clienti che quindi lo richiamano.
Un film dove il metal e la canzoncina leggera si abbinano alla perfezione grazie a coretti divertenti e ironici. Un’opera che, in qualche modo e per la sua leggera malinconia, mi ha ricordato l’ultimo lavoro di Elia Suleiman, presentato a Cannes. Un film che non è un musical, ma che gioca con il genere. Così come il protagonista Luís Rovisco non è più il bravo tecnico di un tempo, ma prova comunque a non perdere l’ultimo treno prima della pensione. Prima di ritrovare un vecchio amore.