di Lorenzo Carrara
Un topo tanto bravo a canticchiare quanto a imbrogliare; una timida elefantina adolescente con un enorme ansia da palcoscenico; una madre sovraccarica che si fa in quattro per occuparsi di una cucciolata di venticinque maialini; un giovane gorilla che sta cercando di allontanarsi dai reati della sua famiglia di delinquenti; e una porcospina punk-rock che ha difficoltà a liberarsi di un fidanzato arrogante e a diventare solista. Sono questi i protagonisti di Sing. Il nuovo film d’animazione ideato e creato dai “papà” di successi mondiali come Cattivissimo Me, Minions e Pets.
La storia è presto raccontata. Buster Moon, un elegante koala, è il proprietario di un teatro, dal glorioso passato, ma ormai in declino. Lui è comunque un inguaribile ottimista e riesce ad avere un’ultima occasione per ridare spolvero ai fasti lontani: organizzare la più grande gara canora al mondo.
Buster Moon crea quindi un talent show, una sorta di The Voice o di XFactor, con l’obiettivo di trovare la miglior voce al mondo, ma soprattutto con lo scopo di far pubblicità al suo amato teatro.
Come succede nella realtà sono in molti ad arrivare alle audizioni, ma in finale ci vanno solo in cinque: l’elefantina, la maialina, la porcospina, il gorilla e il topolino. Ognuno con la sua particolarità, i suoi pregi e i suoi difetti. Ognuno con la sua storia che si dipana lungo il cartone animato. Infatti, oltre alla competizione, dove i cinque cantanti in erba danno il meglio di sé come Marco Mengoni o Emma, li possiamo scoprire nelle loro abitudini quotidiane. Possiamo entrare nelle loro case e vivere con le loro famiglie. Ci possiamo divertire con le sballate rapine della famiglia del gorilla o star dietro la mamma di 25, e ripeto 25, maialini che ne fanno di tutti i colori.