La Berlinale, in corso in questi giorni, sta proiettando lavori interessanti per gli spettatori. Tra questi anche Silver Haze (selezionato nella sezione Panorama) dell’olandese Sacha Polak.

È una storia che percorre i limiti dell’amore e dell’odio, dove il passato e il futuro non lasciano vivere il presente. Il film, che ha anche dei tratti autobiografici della protagonista Vicky Knight, segue un pezzo di vita di Francky, una giovane donna che lavora come infermiera e che, da bambina (il passato che non passa), è stata gravemente ustionata in un incendio. Un evento traumatico sia per il corpo sia per l’anima del quale si vedono le conseguenze sulla pelle e sul carattere.

L’incontro decisivo è quello con Florence (Esmé Creed-Miles, brava e precisa nella sua parte), una giovane finita in ospedale a causa di un tentativo di suicidio. Le due ragazze si frequentano fuori dall’ospedale e si innamorano. Una relazione che viene vissuta anche all’interno delle rispettive famiglie con conseguenze anche negative. Infatti, a un certo punto, Franky fugge dalla sua famiglia appartenente alla classe operaia londinese per trovare invece un rifugio sicuro con Florence e la sua famiglia patchwork.

Ma è appunto il passato a non dare pace, sia alla protagonista sia alla nuova compagna. E sono appunto le questioni irrisolte di entrambe le ragazze a portarle verso altre strade.

Silver Haze è una pellicola legata all’apprendimento e alla crescita. Le due giovani si aiutano a vicenda, provano a contaminarsi e crescere al di fuori del loro passato. E usano il corpo (soprattutto quello della protagonista) – il vero protagonista di questo film – per farlo. Un corpo bruciato, amato, aggredito e curato che noi spettatori impariamo a conoscere in ogni dettaglio. Infatti, la regista non lo perde mai di vista. La macchina da presa le è sempre attaccata e non perde un’emozione né una cicatrice.

L’amore e l’odio vivono in Francky e lungo tutta la pellicola non l’abbandonano. Ma, la crescita personale e l’incontro con Flo la portano a una svolta. Un cambiamento dove il perdono – soprattutto verso un padre ritenuto irresponsabile e verso la sorella Leah – assume importanza ed è la chiave per poter vivere meglio il futuro. Una pellicola che perciò assume anche un ruolo religioso, dove le cicatrici ne richiamano altre, più alte e spirituali.