Parlare di identità di genere oggi non è più tabù, o almeno non dovrebbe esserlo, ma il dibattito resta caldo. Vige ancora molta diffidenza e soprattutto molta ignoranza. Cosa significa identità di genere? Come tocca l’ambito affettivo? Possono sembrare domande a risposta ovvia per molti, ma non lo sono per tutti. La società, negli anni, ha affrontato il tema dell’omosessualità offrendo risposte diverse e guadagnando a fatica una maggiore apertura di pensiero. Il cinema, che la società la racconta, non fa eccezione. L’omosessualità è presente nella cinematografia sin dagli esordi. Fino alla fine degli anni Venti la figura dell’omosessuale voleva suscitare ilarità nel pubblico (A Florida Enchantment 1914) e non desta particolare scandalo. Ma nel 1930 l’occhio cambia e la scena di Marocco nella quale Marlene Dietrich dà un bacio a una donna del pubblico assume un ruolo più sensuale. È in questo momento che la censura interviene. Ma la figura dell’omosessuale non sparisce dalle pellicole, i registi fanno ricorso ad allusioni o piccoli stereotipi per mantenerla viva (Rebecca, la prima moglie 1940, Chimere 1950, Sapore di miele 1962). Dagli anni Settanta il movimento LGBT dà il via a un cambio di mentalità. Si inizia ad indagare la profondità delle relazioni umane nella loro effettiva dignità e anche il cinema si adegua (Cabaret 1972, Due donne in gara 1982, Transamerica 2006).

In Ticino, così come già in molti altri paesi, un Festival cinematografico racconta il mondo LGBT. Ne abbiamo parlato con Mattia Modini, del coordinamento di Imbarco Immediato, associazione che organizza il Queer Popcorn, Festival LGBT che si svolge a Locarno dal 20 al 22 ottobre.

Perché un Festival cinematografico sull’identità di genere in Ticino è importante?
«I festival del film a tematica LGBT sono realtà da diversi anni nelle maggiori città d’Europa e del mondo, alcuni raggiungendo un notevole successo, credo che anche in Ticino, e in particolare Locarno con il suo Festival e la filiera dell’audiovisivo, sia opportuno avere un festival del film a tematica LGBT che permetta di scoprire pellicole di qualità che difficilmente verrebbero distribuite nelle nostre sale. Nella Svizzera italiana i pregiudizi nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transgender sono ancora forti. Noi siamo convinti che il cinema e la cultura siano linguaggi che permettano di abbattere in parte questi pregiudizi, divulgare conoscenza e sensibilizzare la società riguardo alle tematiche LGBT. In aggiunta, film che trattano queste tematiche permettono alle persone con un’orientamento sessuale diverso dalla maggioranza eterosessuale di scoprire qualcosa in più su se stessi, di condividere emozioni o di farsi coinvolgere da storie che li toccano da vicino».

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