Siamo agli sgoccioli, presto sapremo chi, anche tra i pardi di domani, si aggiudicherà l’ambito pardo d’oro decretato dalla giuria presieduta da Yann Gonzalez. Ma noi di cinemany, come ogni anno, abbiamo il nostro Palmares!

CINEMANY’S TOP

Tra i top della settantunesima edizione spicca senza dubbio The Silence of the Dying Fish del regista greco Vasilis Kekatos al quale va il nostro micio d’oro! Un film intelligente e originale che porta in scena con sagace ironia la morte di un intero Paese: la Grecia.

Lo segue a ruota Reneepoptosis della statunitense Renee Zhan. Un’animazione di infinita poesia e molto viscerale. A lei il nostro micio d’argento.

Al terzo posto, pari merito, il film dei giovani registi cechi Jiří Havlíček e Ondřej Novák intitolato Rekonstrukcte sul tema della violenza e della disumanizzazione dell’altro e Fuck You, della svedese Anette Sidor che racconta la parità di genere in modo forte e adatto a un pubblico di adolescenti.

Ma ci teniamo a sottolineare come, in questa edizione, ci siano stati tanti film capaci di catturare interesse. Molti i registi che ci sentiamo di dover tenere d’occhio perché in grado di trasmettere idee e ideali.

Una menzione speciale dunque a:

Emmanuel Marre con D’un château l’autre. Film con carattere.
Juliette Riccaboni e il suo Les îles de Brissogne. Un film di grande impatto emotivo.
Emilie Blichfeldt e il film Saras intime betroelser. Film che ritengo didattico. Andrebbe proiettato a scuola.
Andrian Împărățel e Patul lui Procust. Un film che ti trasporta e ti fa davvero riflettere.
Xheni Alushi con Eva. Film che affronta un tema importante.
Mélanie Charbonneau Lunar-Orbit Rendezvous. Una commedia che fa stare bene.

CINEMANY’S FLOP

La nota dolente è la mancanza di film ticinesi degni di essere almeno selezionati. L’unico rappresentante del nostro Cantone non ci ha per nulla convinti (Monte Amiata). Con una scuola di cinema presente sul territorio ci auguriamo di riuscire a godere, nei prossimi anni, di film che possano portare il Ticino almeno a giocarsela. Ma mai dire mai… chissà che non sia proprio il terzo film di Donati a convincere i giurati del pardo!!!