Dal Dolby Theater di Los Angeles è andata in scena, questa notte, la novantaquattresima edizione degli Academy Award condotta da tre donne: Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes. Una serata attesa perché ha celebrato il ritorno del cinema sul grande schermo dopo l’edizione in sordina dello scorso per la pandemia. Anche quest’anno il protocollo antiCovid ha prodotto una serie di forfait, mentre Kenneth Branagh che era rimasto bloccato a New York proprio dal virus è riuscito a negativizzarsi in tempo ed è arrivato sul tappeto rosso per portare il suo Belfast con il quale ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura originale.

In un momento come questo non è mancato un pensiero alla guerra. Non c’è stato l’atteso intervento del presidente Ucraino, ma un minuto di silenzio e Mila Kunis, attrice nata a Cernivci in Ucraina ha detto: “Nelle ultime settimane, il mondo è rimasto scioccato da un’invasione non provocata e da un atto di aggressione”, prima di annunciare il brano Somehow You Do, dal film Four Good Days.

Come era prevedibile a far man bassa di statuette tecniche ci ha pensato Dune di Denis Villeneuve con ben sei premi Oscar (sonoro, fotografia, effetti speciali, colonna sonora, scenografia e montaggio).

Altre conferme sono arrivate dal miglior film di animazione Encanto e da quello per il miglior film internazionale: il giapponese Drive my car. Nulla da fare, dunque, per È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino.

Tra i ruoli da non protagonisti segnaliamo l’Oscar a Ariana DeBose per il suo ruolo in West Side Story e a Troy Kustur per I segni del cuore.

Prima dei primi principali sono entrati tre mostri sacri del cinema: Frances Ford Coppola, Robert De Niro e Al Pacino a ricordare i 50 anni dall’uscita de Il Padrino. Un momento molto toccante che si è concluso con un inno all’Ucraina.

Mentre un altro momento, meno bello ma che farà molto discutere, è successo quando Will Smith è andato sul palco e ha dato uno schiaffo a Chris Rock per aver fatto una battuta sulla moglie.

Ma veniamo alle statuette più prestigiose: il premio per la regia è andato a Jane Campion per il Potere del cane.

Ancora Will Smith è stato protagonista di un momento piuttosto lungo con un discorso sulla cura delle persone, dopo essere salito ancora sul palco per ritirare il premio per il miglior attore protagonista per King Richard, sulla figura del padre delle sorelle Williams.

Nessuna sorpresa per l’Oscar alla migliore protagonista femminile, che è andato a Jessica Chestain per Gli occhi di Tammy Faye.

Infine, la statuetta più importante: quella per il miglior film. A vincere quest’anno è stato I segni del cuore (Coda) di Sian Heder. Una sorpresa relativa in quanto negli ultimi giorni era in grande ascesa tra chi scommetteva. Ha surclassato i concorrenti con ben tre premi su tre candidature.