Non è bello fare una recensione negativa. Non è bello, neppure parlare male dei morti. Ma ho visto Nonostante la nebbia (fuori concorso a Castellinaria) di Goran Paskaljević (scomparso di recente) e purtroppo non posso scriverne bene.
La vicenda ha come protagonista Mohamed un bimbo emigrato e orfano. Ha perso i genitori durante il viaggio in gommone nel Mediterraneo. Lui, in qualche modo è riuscito a salvarsi e vaga nella nebbia della provincia di Roma finché una sera un ristoratore, Paolo, lo nota e lo porta a casa dalla moglie Valeria.
Siamo quindi nel campo, sempre scottante, dell’emigrazione e più precisamente in quello dei minori non accompagnati. Un tema delicato in quanto, come si legge nei titoli di coda, oltre 10mila bambini migranti non accompagnati sono scomparsi in Europa negli ultimi 3 anni. Ben la metà in Italia.
Il film parte da questa situazione e si sviluppa per accumulazione. Scopriamo a poco a poco il contesto famigliare di Paolo (ha un fratello con moglie e figlio) e il suo passato (ha perso un figlio). Così come scopriamo il disturbo della moglie Valeria (è caduta in depressione dopo la tragedia del figlio).
Ma che cosa c’è che non funziona? Anzitutto la divisione troppo semplicistica in buoni e cattivi. I buoni sono Paolo e Valeria che accolgono il ragazzino e lo accudiscono. I cattivi sono la famiglia del fratello che lo invitano a denunciarlo alla polizia e, nei discorsi, evidenziano un modo di pensare sui migranti – certo comune e popolare – ma anche scontato. In secondo luogo, non convince la sceneggiatura. I rapporti tra i personaggi sono abbozzati e la loro costruzione (e quindi il meccanismo di causa effetto) è troppo superficiale. Anche l’evoluzione di questi rapporti (la madre che trasforma il ragazzino nel figlio perduto e la relazione tra i due ragazzini) non funziona. Va bene l’uso delle ellissi (una delle figure chiave del cinema) ma c’è un limite a tutto. Infine, non convince la recitazione. Soprattutto dei due ragazzini che sono spesso poco credibili e risultano finti ai nostri occhi. Basta vedere le bravissime ragazzine di Palazzo di Giustizia (in concorso nella sezione Young) per capire la differenza.
Qualche pregio comunque, il film lo ha. Oltre a mettere in evidenza un tema importante e comunque irrisolto, Goran Paskaljević riesce a mostrare sprazzi di grande cinema. Su tutti la ricorrenza di un gesto che ha un alto valore simbolico e unisce le varie religioni in un moto di umiltà: il lavaggio dei piedi.
Insomma, si intravede il potenziale, ma il film resta un grande incompiuto.
Nonostante la nebbia è visibile in streaming solo fino alle 24 di stanotte.