Non sono più Cappuccetto Rosso è un racconto pubblicato da Photo Ma. Ma. Edition nel 2015 e descrive la storia vera di Roberta Nicolò, che da bambina fu vittima di abuso. L’autrice ha contribuito in prima persona a realizzare il cortometraggio omonimo – diretto da Giona Pellegrini e prodotto dalla InMagine SA – che si ispira a quella drammatica vicenda. Roberta è anche tra le fondatrici e apprezzate collaboratrici di questa rivista e mi è sembrato perciò giusto e doveroso dedicare uno spazio adeguato a un lavoro che l’ha coinvolta in modo importante negli ultimi anni.
Roberta, ci spieghi da dove è partita l’idea e qual è l’obiettivo del film?
L’idea nasce dalla voglia di comunicare a chi non è avvezzo alla lettura, il messaggio che era contenuto nel mio racconto. E cioè che l’essere una vittima non è una condizione che ci deve influenzare per sempre, ma si può andare oltre il trauma subìto. Grazie a una buona terapia la violenza può essere affrontata, non viene cancellata, resta nella tua storia personale, ma non è più l’elemento attorno al quale costruisci la tua vita. Un concetto che abbiamo voluto trasformare in film, perché il cinema è uno degli strumenti più efficaci e immediati e sicuramente più facile per arrivare anche alle nuove generazioni. Abbiamo pensato che fosse un modo adatto a loro e quindi che potesse fungere da prevenzione e da sostegno ai ragazzi che hanno magari passato un momento difficile. L’obiettivo è anche quello di dare uno strumento a quelle associazioni che, sul territorio, si occupano di prevenzione e sostegno in favore di chi si è trovato in difficoltà.
Perché avete scelto il cortometraggio e non la forma classica del film?
La ragione nasce da tre esigenze principali. Anzitutto, per la sua breve durata (circa 20 minuti), richiede un impegno e un’attenzione limitata nel tempo, ed è quindi adatto anche ai ragazzi adolescenti. Inoltre, personalmente, non avevo mai scritto un film e iniziare da un lungometraggio sarebbe stato impensabile. In terzo luogo, il regista aveva già lavorato su storie brevi e quindi sapeva come muoversi con questo formato.