Cosa succederebbe se il servizio pubblico radiotelevisivo non esistesse più? La Svizzera italiana potrebbe continuare a mantenere vivo il settore dell’audiovisivo? Oppure ci sarebbe davvero una grave crisi con la relativa perdita di indotto. Cinemany lo chiede a chi, da sempre, lavora nel cinema nella nostra regione. L’opinione è quella del regista e produttore Alberto Meroni che da anni si occupa della produzione di film per le sale e per la televisione, ma anche di programmi per la tv e documentari. Il suo ultimo lavoro, Frontaliers disaster, è in vetta alle classifiche per numero di spettatori.
Cosa significherebbe per i produttori della Svizzera italiana perdere la SSR?
«Parto dal principio che con la perdita della SSR in Svizzera non ci guadagna nessuno, il Ticino men che meno. Tutte le produzioni locali (co-produzioni estere escluse) sono sempre state pensate per un pubblico con affinità al nostro territorio. Con questa esperienza nel mercato globale non si è per nulla competitivi. L’alternativa sarebbe auto-sostenersi, ma con un bacino di pubblico così ridotto è matematicamente impossibile, a meno che non si sia disposti a lavori con stipendi mensili a due zeri… per la gloria insomma».
Credi che il mondo del cinema svizzero potrebbe sopravvivere in caso di vittoria dei Sì?
«Potrà sopravvivere la sola e unica parte capace di seguire una logica d’intrattenimento commerciale, quindi in grado di attirare sufficientemente pubblico al cinema e al consumo on demand per far quadrare i conti. Il restante, anche se riuscisse a produrre, non avrebbe nessun vettore di divulgazione e quindi non sarebbe visto».
Avresti potuto realizzare Frontaliers Disaster senza la presenza della RSI?
«I personaggi de I Frontaliers sono nati in RSI quindi no; non sarebbe mai stato realizzato. In un’ipotetica era senza RSI non avrei avuto le conoscenze del gusto del pubblico, un sostengo finanziario, esperienza personale e dei protagonisti. Il pubblico non sarebbe stato informato dell’esistenza del film… anche se siamo simpatici in fondo a chi sarebbe importato? A Pier Silvio Berlusconi?»