La solitudine dell’adolescenza. Sara è come in una bolla, una realtà fatta di vuoti che si riflette sul suo modo di essere, di amare, di vivere. Sara all’apparenza ha tutto. Ma mancano in lei punti di riferimento fondamentali, quei pilastri affettivi indispensabili a un adolescente. I genitori di Sara sono assenti. Figure fantasma delle quali si sentono solo voci sussurrate come pettegolezzo tra i compagni di scuola. La sua espressione è monocorde. Una costante apatia incapace di reagire anche alle emozioni apparentemente più forti.

Dušan è padre. Non il padre di Sara, solo la sua guardia de corpo. Un padre che cerca di trovare un rapporto con la propria figlia, anche se a fatica. Un rapporto fatto di gesti materiali «hai bisogno di soldi?» no non le servono, ma lo vorrebbe presente. Più presente. «c’è l’incontro con il professore di matematica…» «Dillo a tua madre.» Dušan ci prova, ma forse non abbastanza.

Il risultato sono vite che si sfiorano soltanto, che si trasformano in ossessioni, in trasgressione, in una costante ricerca di attenzione che sembra cadere in altrettanti vuoti paralleli.

Il film in una fase: mondi di vuoto parallelo

VOTO: 4

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