L’Altra Sala propone stamattina sette minuti di sovrapposizione di immagini che altro non sono se non l’ossessione di ripresa e ripetizione, necessità di contenere ed esprimere attraverso un medium l’inespresso incontenibile e potenzialmente letale.

Il titolo per primo racchiude fra due parentesi l’intenzione: (tourism studies), del regista, produttore, montatore, sound designer e voice over Joshua Gen Solondz.

Attraverso un’elaborazione massiccia dell’immagine, del suono e della parola, il regista affronta ed esplora la propria identità stratificata quasi regredendo, in piena libertà formale, verso un’espressionistica assenza di forma.

Questa esplosione di luci lascia spazio ai registi Ben Rivers e Anocha Suwichakornpong che, con Krabi, 2562, ci dimostrano quanto i generi non contraddistiguano più le opere cinematografiche o meglio, per quanto sia ancora possibile dedicarsi ad un genere, è altrettanto possibile spaziare ed affrontare linguaggi molteplici.

Tenendo la località di Krabi, in Thailandia, come punto di partenza, il film segue alcuni personaggi del posto ed una straniera che appare e scompare, inscenando ed innescando un passato preistorico ed un presente apparentemente in contrasto. Le realtà non si differenziano però come sembra, creando un unicum all’interno dei luoghi, dei culti e delle persone stesse, che accolgono il surreale e il magico nelle loro quotidianità.

Affrontando le domande degli autori e passando dunque in continuazione tra sguardo d’inchiesta e finzione, questo film rispecchia in pieno le intenzioni della sezione che lo ospita e che, guardando avanti, si fa spazio e si libera da convenzioni e linee guida ormai superate.