Al giorno d’oggi, le grandi piattaforme streaming incidono in maniera rilevante sull’offerta dei prodotti audiovisivi che arrivano al grande pubblico. Se una serie TV non convince al suo esordio, perché non suscita una reazione entusiastica, è difficile che ne venga proposta una seconda stagione. Analogamente, anche le grandi majors devono tenere conto della risposta del pubblico in sala, e rilanciare una serie cinematografica dopo un prolungato silenzio non è affatto scontato. Ma quando ciò avviene, è inevitabile che nell’aria si respiri un misto di attesa e di aspettative. Per il nuovo anno, le sale cinematografiche ci hanno proposto due importanti ritorni sul grande schermo: Matrix Resurrections e il nuovo episodio di Scream. Si tratta di due film che aggiungono un tassello alle rispettive saghe, entrambe risalenti agli anni ’90. Nel caso di Matrix, l’ultimo capitolo risaliva addirittura al 2003, per Scream invece si trattava di riprendere un discorso lasciato in sospeso nel 2011. Cosa motiva questi ritorni? Si tratta di un’operazione nostalgica a beneficio di pochi appassionati di fantascienza in un caso, e di cinema horror nell’altro? Siamo di fronte a un tentativo disperato volto a riportare in vita delle serie cinematografiche appartenenti al passato? Oppure c’è dell’altro?
Certo, stiamo parlando di due serie che hanno fatto scuola: Matrix si è subito imposto come una critica dell’impatto delle tecnologie dell’informazione che, conquistando un posto sempre più preponderante nelle vite quotidiane degli individui, finiscono per provocare un condizionamento totale delle coscienze. In questo senso, il film ha ridato lustro al mito della caverna di Platone, puntando il focus sulla pervasività della tecnologia, sul potere del simulacro, sulla permeabilità del reale al virtuale, e sul coraggio di alcuni personaggi disposti a tutto pur di uscire dalla caverna e agguantare la verità. Scream, serie affidata al grande maestro Wes Craven, ebbe invece l’ingrato compito di risollevare le sorti di un genere, quello dell’horror, che negli anni ’90 era in perdita di velocità. Era il 1996, e il primo Scream confermò l’originalità, la lungimiranza, e la bravura registica del maestro. Il film costruiva la propria trama in riferimento esplicito a situazioni prelevate da altri film, interrogava le convenzioni di genere, e conciliava alla perfezione l’imperativo della paura con una sottile comicità venata da un alone intellettualistico brillantemente dosato. Il primo capitolo registrò un notevole successo commerciale, tanto da risultare uno dei film più visti del 1996.

(foto: Warner Bros)

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