Due persone e una casa. Basta poco per fare un film. Quando hai le idee in chiaro tutto il resto arriva in modo spontaneo. Altro che milioni e milioni buttati al vento. Certo, gli effetti speciali sono divertenti, ma ridotto all’essenza il cinema è soprattutto storia, sceneggiatura, interpretazione e montaggio.
Malcom & Marie, appena arrivato su Netflix, è questo. Il giovane regista Sam Levinson (36 anni) ha le idee in chiaro, segue la sua strada e non si fa distrarre da altro. La messa in scena è chiara, pulita, lineare. Un regista e la sua compagna sono appena tornati a casa. Lui è reduce da una delle serate più importanti della sua vita: la première del suo film è stata un successo e ora si prepara a festeggiare insieme alla sua compagna. Una volta varcato l’uscio di casa, però, i due inizieranno a litigare in maniera sempre più feroce. E quello che doveva essere un momento di gioia si trasforma in uno di dolore. Ma questa trasformazione è anche un momento di verità. I due si raccontano tutto e si accusano a vicenda. Scavano fino agli abissi del loro rapporto e dell’amore.
John David Washington è un grande attore (in Tenet era un robot, non recitava). Zendaya lo è anche di più. Entrambi sono perfetti nella parte e rendono il tutto vero. Le accuse e controaccuse, i momenti di pace e quelli di rabbia seguono un flusso convincente di alti e bassi.
Il bianco e nero dona al film un’aurea classica ed epica: universale (è una vicenda che riguarda tutti). Mentre il fatto che sia stato filmato durante la pandemia non aggiunge nulla (sinceramente che importa?).
Ma soprattutto Malcom & Marie è un film che, finalmente, mette in scena un aspetto che mancava da molto tempo al cinema: il fuori campo. Questo film è concentrato sui due personaggi e su tutto quello che succede loro. Ma, nello stesso tempo, i loro discorsi, si riferiscono alla festa che hanno appena vissuto e al loro passato. Noi, grazie alle loro parole, riusciamo a ricostruire il momento precedente (la festa) e parte delle loro vite. Ecco, questo è l’aspetto più bello e originale del film. Anche perché il tutto è rinchiuso in un unico ambiente, durante un’unica notte e con sole due persone. In altre parole: la bolla in cui loro vivono quell’esperienza evidenzia ancora di più, il fuori (che non vediamo mai) e il tempo (il passato) raccontato. Il “qui” e “ora” è il pretesto per raccontare l'”altrove” e il “sempre”.
Ora: la critica che mi si può fare è la seguente: tutto ciò non è solo teatro? No. L’elemento che il cinema aggiunge è il montaggio, come dicevano i primi teorici del cinema. Il montaggio fa la differenza anche in Malcom & Marie. Il ritmo dato alle scene attraverso i campi e i controcampi e grazie alle carrellate e ai piani d’insieme è quello che ci fa entrare nelle loro psicologie, nelle loro vite. Ed è quello che crea l’immedesimazione. Noi, spettatori, siamo in quella casa. In un angolino a guardarli litigare e a far la pace.
In fondo la magia del cinema, semplice e meravigliosa, è proprio questa.