Grazie alla preziosa collaborazione con il sito www.lumiereeisuoifratelli.com anche Cinemany segue la Mostra di Venezia. Ecco le prime impressioni.
Di Arianna Vietina
Ricomincia la Biennale Cinema, con tutti gli imprevisti del primo giorno e non solo.
Qualche ritardo nella consegna accredito e nelle proiezioni, code al sole e una nuova sigla che, oltre a confermare la scarsa qualità di quella della scorsa edizione, è ancora più brutta.
Ma tutto si perdona davanti al programma, croce e delizia degli affezionati del Lido, che davanti alla profusione di titoli golosissimi si trovano a fare però i conti con un programma molto complesso.
Questo deriva prima di tutto dalla quantità di film in concorso (per cui verranno proposti ogni giorno 3 film invece che i classici 2) e dalla lunghezza degli stessi, che confina ogni pellicola in un’unica sala.
Nonostante tutto ciò il nostro intento di vedere tutti i film in concorso rimane e abbiamo cominciato naturalmente dal film di apertura, il tanto atteso First Man di Damien Chazelle.
Le premesse ci avevano fatto temere un film biografico classico con derive di amor patria americana, ma il film non è assolutamente così.
Il ritratto dell’uomo che ha fatto il “grande passo per l’umanità” è senza fronzoli, così come il cambio di registro del giovane cineasta. Dopo lo stile pirotecnico che lo ha reso celebre con Whiplash e La La Land qui Chazelle riesce a giostrarsi in uno stile più ruvido e realistico con molta camera a mano. Chazelle si muove con coerenza in modo totalmente nuovo, mantenendo comunque alcuni dei suoi segni distintivi quali l’uso del colore e l’importante presenza della musica che qui omaggia 2001: Odissea nello Spazio.
Le citazioni di celebri film sullo spazio sono molte, ma sorgono anche paralleli con opere più recenti: la sequenza iniziale di un test di volo secondo noi mette al tappeto anche le piroette di Gravity.
Chazelle è riuscito a dipingere l’uomo dietro la storia, mostrando come le prove della vita lo abbiano reso l’unico a poter compiere quella missione.
Tra gli altri film della giornata abbiamo visto Sulla mia pelle e The Mountain.
Del secondo purtroppo non possiamo parlare causa embargo ancora in corso al momento della pubblicazione di questo articolo.
Sulla mia pelle è stato il primo film presentato nella sezione Orizzonti ed è stato un inizio col botto. Il film di Alessio Cremonini è un bel pugno nello stomaco. Nonostante alcuni momenti in cui il passato alla Rai del regista esce fuori, il film nel complesso ha una regia e una fotografia molto buone. Non ostacolano mai l’incredibile performance di Borghi che domina con totalità per tutta la durata del film. Stonano un po’ le musiche che in certi momenti sfociano nel melodrammatico. Questo bisogno italiano di riempire sempre i silenzi e di non capire che questi possono essere molto più forti ed efficaci in casi come questo, qui pesa.
Si tratta di un film molto importante perché il dolore e la vicenda di Cucchi, come quella di tutti gli altri morti in circostanze sospette nei carceri, sono una ferita che ancora sanguina. Speriamo che la distribuzione internazionale di Netflix, che lo renderà disponibile online dal 12 settembre, riesca a dare il giusto spazio di cui questo film ha bisogno.
(Articolo pubblicato sul sito www.lumieereeisuoifratelli.com), originariamente pubblicato su http://peppermindsblog.it/venezia-75-1-i-primi-entusiasmi-e-i-primi-dolori)
(fonte immagine: ew.com)