Ok, parlare di film svizzeri non è sempre semplice. Non lo è perché la nostra cinematografia non ha una grande reputazione per la fiction. Eppure c’è stato un momento nella storia in cui eravamo al livello di altre rinomate Nazioni. Con Tanner, Goretta e Soutter, nella metà degli anni 60, il cinema svizzero è stato riconosciuto in tutta Europa e addirittura oltre i confine del Vecchio Continente.

Negli ultimi anni c’è stato qualche segnale importante. Registi come Ursula Mayer o Lionel Bayer hanno contribuito a ridare spolvero alla fiction nazionale.

Ora, oltre al grande percorso fatto dal film d’animazione Ma vie de courgette, in Svizzera sta avendo un buon successo L’ordine divino. Una pellicola di Petra Volpe ambientata tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Un film che torna su uno dei fatti più importanti della storia svizzera recente, la battaglia per il diritto di voto femminile. La protagonista è infatti Nora, una giovane mamma casalinga che abita in un piccolo villaggio. È benvoluta da tutti fino al giorno in cui inizia a sostenere il diritto di voto alle donne, su cui gli uomini saranno tenuti a votare nel corso del mese di febbraio dello stesso anno. Un film che come ha detto di recente la direttrice delle Giornate di Soletta Seraina Rohrer racconta «di come la Svizzera non arriva sempre prima».

Il film ha avuto un buon successo di pubblico nella Svizzera interna (più di 250mila spettatori) ma soprattutto ha fatto incetti di premi. Ha infatti ottenuto il premio principale alle Giornate di Soletta in gennaio, sette nomination e tre Quartz, gli Oscar svizzeri, a Ginevra in marzo e due premi al Tribeca Film Festival di New York in aprile.

Nel cast figurano nomi di spicco del panorama nazionale, come Marie Leuenberger (Der Kreis), Max Simonischek (Akte Grüninger) e la veterana Sibylle Brunner (Rosie).

Un film consigliato ai giovani che non conoscono questo importante momento della nostra storia e per i più grandi, i quali, magari, hanno un ricordo personale di quel momento.