Molti autori, attori e registi hanno cercato di sradicare dalle rigide assi del palcoscenico le opere di William Shakespeare. Partendo da George Méliès, autore del primo Amleto nella storia cinematografica, ora perduto, i nomi più illustri che subito spiccano alla mente sono ovviamente Laurence Olivier, Orson Welles e, più recentemente, Kenneth Branagh.
Ma che merita sicuramente attenzione è anche Richard Loncraine con il suo Riccardo III. Riccardo di Gloucester, fratello di Re Edoardo IV, è un uomo deforme nel corpo e nell’anima che grazie ad un mente brillante e nessuno scrupoloso mette in atto una macchinazione fatta di inganni, omicidi e tradimenti per ottenere la corona d’Inghilterra. Forse l’opera del Bardo più rappresentata, nel film di Loncraine gli intrighi di potere dell’Inghilterra del XV secolo vengono trasposti nei ruggenti anni ’30 dove la salita al potere del protagonista acquista un tono fascista.
A dare i gli imperfetti tratti del protagonista uno perfetto Ian McKellen, affiancato da molti nomi illustri come Annette Bening, Jim Broadbent, Kristin Scott Thomas, Nigel Hawthorne e molti altri. Operando oculati tagli e semplificazioni e adattando raffinatamente il tutto al nuovo contesto storico, Loncraine riesce a tradurre il linguaggio teatro in linguaggio cinema in maniera fluida, manipolando sapientemente con il montaggio il tempo diegetico liberandolo da quella inesorabile fissità teatrale, lasciando intatta l’anima dell’opera, non aggiungendo testi inutili ma creando scene fatte di sole immagini e suoni a complemento ed arricchimento.
Il risultato è un film coinvolgente, avvincente, un esempio perfetto di come Shakespeare possa assolutamente essere materiale per un pubblico giovane e moderno, scrostandone la triste e ingiustificata coltre di ampollosità che ne vela ancora spesso il nome.
Da vedere ovviamente in inglese, ma anche per i tradizionalisti il doppiaggio è di altissima qualità: a dare la voce a Riccardo è un inossidabile Giancarlo Giannini.