Il dietro le quinte di un’opera è sempre affascinante. Se inoltre vi aggiungi anche qualche elemento nuovo allora il progetto diventa davvero interessante. Philippe Béziat ha filmato una messa in scena moderna del capolavoro barocco di Rameau Les Indes Galantes (1735) che coniuga aspetti molti diversi tra loro.
Il documentario mostra la dimensione collettiva di questo progetto e allo stesso tempo la camera dà lo spazio ai protagonisti individuali per esprimere i loro sentimenti e per mostrare che hanno messo il loro cuore e la loro anima in questo lavoro. Così scopriamo le storie di Adrien, Leo, Mariana, Giselle, ecc. i quali ci mostrano il loro lavoro quotidiano all’Opera di Parigi e soprattutto ci fanno capire come riescono a trasformare la teoria in pratica. Ecco, è proprio questo una degli aspetti interessanti del film: il mostrare come la teoria, le discussioni tra di loro sono trasportare sul palco; comprendiamo così come la parola diventa fatto compiuto. Ovviamente, c’è tanto altro, seguiamo i ballerini e i cantanti nelle loro prove dure, impegnative e faticose, ma anche piene di soddisfazioni e nelle quali non manca qualche momento di leggerezza.
La modernità di questa opera è data anche dall’attualizzazione di uno scritto antico. E per farlo sono stati scelti ballerine di vario genere e natura. Nessuna di loro ha una formazione classica, sono tutte maestre di krump, break, popping e voguinh che il regista Clément Cogitore e il coreografo Bintou Dembélé assimilano in modo creativo e colorato dove la danza di strada si mescola in modo perfetto al canto lirico e a una storia di altri tempi. È quasi tutto ambientato all’interno dell’Opera e questo rende più compatto e intenso il documentario che si lascia guardare molto piacevolmente.
È altresì importante, anche se solo suggerito all’inizio, la dimensione social. Infatti, le prime scene sono proprio delle storie su Instagram nelle quali le ballerine mostrano le loro prove. Un altro elemento che trasporta lo spettatore all’interno dello spettacolo e di un tempo nel quale il teatro si potrebbe vedere anche da casa. O forse, e qua sta il suggerimento iniziale a cui il film risponde in modo implicito, il percorso a cui assistiamo nel documentario, è proprio la dimostrazione che il telefonino non ti dà le stesse emozioni del teatro.
L’uscita in sala è prevista per giovedì 8 settembre nei cinema di Acquarossa, Ascona e Massagno.