Come ha detto Marco Müller, il curatore della rassegna India 1947-2017: il cinema e gli altri linguaggi delle arti – che si tiene al LAC di Lugano in questi giorni – i registi indiani sono sempre stati polivalenti. Oltre a essere molto abili nel saper girare film, erano anche storici dell’arte, architetti, pittori, musicisti e letterati. E questo particolare aspetto si nota molto bene nelle loro pellicole.
La rassegna ripercorre 70 anni di storia dell’India e lo fa attraverso le pellicole che hanno segnato il Paese. Ma, soprattutto, esplorando i mutevoli aspetti di un continente audio-visivo ancora sconosciuto in Occidente.
Le opere che Müller ha selezionato, insieme a Deepti DCunha e Iyesha Geeth Abbas, hanno lo scopo di indagare il rapporto tra la storia e l’aspetto visionario dell’India contemporanea. Spaziano dal 1947 ai giorni nostri e i loro soggetti toccano le differenti arti e si mescolano con l’opera cinematografica. Un mix che arriva da lontano. Infatti, già nelle antiche culture indiane si studiava il modo di coordinare colori, suoni, pitture e musica. Gli ideatori della rassegna parlano di sinestesia e di scambio continuo tra i vari sensi. In quest’ottica non è un caso che molti registi abbiano anche firmato le colonne sonore dei propri film. Come il grande maestro Satyajit Ray, con opere come The Inner Eye e Bala inserite nella manifestazione.
Una sezione speciale, all’interno di questo piccolo-grande festival, è dedicato a colui che è considerato il regista indiano contemporaneo più importante: Amit Dutta. Lui, come i suoi maestri, si è servito dei vari linguaggi per reinventare continuamente il mondo di fare cinema.
Lo stesso Marco Müller ha quindi ricordato come ci siano voluti due anni di preparazione per ultimare la rassegna che sarà programmata nei prossimi mesi dal Museo Rietberg di Zurigo. Soprattutto ha tenuto a sottolineare il sostegno avuto dalle autorità indiane, dal LAC e dalla città di Lugano.
Ancora una volta il cinema si mette a disposizione per fotografare un periodo storico e un paese forse ancora poco conosciuto alle nostre latitudini.
Da notare che l’evento è realizzato dall’Associazione Cinergia, in collaborazione con la Cinémathèque Suisse e le principali istituzioni indiane le quali hanno restaurato e sottotitolato in inglese i film rimasti inediti fuori dall’India.
La rassegna inizia giovedì 9 novembre con la cerimonia di apertura che è prevista alle ore 16.30 e la proiezione di due film: Kaplana/Imagination (1948) e Pakeezah/The Pure (1971), e terminerà il 17 dicembre. Il programma è ricco e presenta lungometraggi, corti, documentari e film in costume. Insomma, chi avesse voglia di curiosare, di sbirciare anche solo qualche corto può passare al LAC. Non ne rimarrà deluso. Da notare, infine, che le due proiezioni del film Pakeezah sono gratuite.