Il cortometraggio di Enea Zucchetti, unico ticinese in corsa per i “Pardi di domani”, racconta l’isolamento di Yaya Camara, originario del Gambia, e della difficoltà di chi arriva in occidente di trovare un varco per l’integrazione.
Una storia semplice, proposta con uno stile chiaro e particolare. La cornice nella quale Yaya si muove è quella di architetture fredde e perfettamente disegnate. Linee e geometrie che si prendono la scena, riempiendo completamente l’inquadratura. È una città moderna, ma vuota, completamente disabitata, quella ritratta da Zucchetti. Una città che potrebbe essere ovunque. Il classico non-luogo delle metropoli contemporanee.
Yaya, unica figura umana, le percorre senza mai entrare in relazione con loro. Chiude il film la voce, rigorosamente nella sua lingua materna, di Yaya che ci descrive il calore del suo villaggio, così diverso e lontano dal luogo che non lo accoglie.