Presentato alle Giornate di Soletta nei mesi scorsi, La tentazione di esistere di Fabio Pellegrinelli è proiettato in questi giorni nelle sale ticinesi.

Il film è un viaggio – sia fisico, sia mentale – alla ricerca di un equilibrio perso nel tempo e vede quale protagonista Elvezio Zoppi, un insegnante fresco di pensione e assillato da mille fobie. Per una svista sul suo conto bancario vengono versati per errore più di 4 milioni di franchi. Anziché segnalarla preleva i soldi e fugge in sella al suo fidato motorino e cerca di far perdere le sue tracce. È questo l’inizio di un viaggio costellato di incontri, che lo condurrà fino alle rive dell’Adriatico, scenario di un evento che lo ha segnato per tutta la vita. Ad inseguirlo, oltre a due insoliti e pericolosi sicari, c’è Livio Bronner, un improbabile detective, ingaggiato dalla responsabile conti della banca per recuperare i soldi.

Sceneggiato dallo stesso regista, insieme a Marco Pagani e Andrea Fazioli, vede tra gli attori protagonisti Paolo Sassanelli (conosciuto per Un medico in famiglia, ma anche interprete per Matteo Garrone, Giuseppe Piccioni, Silvio Soldini e Paolo Virzì), Euridice Axen (R.I.S., Loro di Paolo Sorrentino, e nota da noi per il suo ruolo in 40enni in salita di Bindu De Stoppani), e Massimo Rigo (proveniente dal teatro e interprete di film quali Il venditore di donne e La ragazza nella nebbia).

La regia di Pellegrinelli è molto controllata e classica. La macchina da presa segue certamente i personaggi nel loro road movie, ma lo fa con un montaggio invisibile e senza invadere la storia. Siamo agli antipodi di registi con la macchina a spalla come Loach o i Dardenne. L’autore predilige i campi e controcampi e le inquadrature d’insieme (il campo medio o lungo anche nelle scene-chiave) riuscendo pure a mostrare un Ticino invernale (la pellicola è girata per buona parte sul nostro territorio), lontano dai cliché turistici che nel 2023 possono sicuramente infastidire.

Interessante notare come, probabilmente anche grazie agli sceneggiatori, un film del 2023 torni a “giocare” con la frontiera. Un tema caro a un regista come Villi Hermann nelle sue produzioni degli anni 70-80. Anni che vengono ricordati anche da alcuni elementi diegetici come il motorino con il quale Zoppi viaggia o con una vecchia cabina telefonica. Anche i vestiti indossati dai protagonisti sono dei chiari riferimenti a quel periodo.

Forse, se si vuole trovare un piccolo difetto, il film a volte manca un poco di ritmo, anche se, soprattutto nella seconda parte, lo spettatore segue le avventure e il viaggio di Elvezio con partecipazione e curiosità. Le splendide scene sul delta del Po’, anche visivamente, sono degne erede de Il grido di Michelangelo Antonioni.

La tentazione di esistere è in programmazione all’Iride di Lugano, all’Otello di Ascona e al Forum di Bellinzona, seguiranno le proiezioni di Airolo e al cinema Teatro di Blenio a maggio.