Una nuova tecnologia che ci permette di leggere i pensieri e di archiviarli per i posteri come su un mega cloud. I protagonisti apatici di questo corto d’autore, firmato da Cyril Schäublin, sembrano automi in cerca di emozioni. Il film, nella sua disarmante semplicità, ci racconta l’essenza della nostra umanità che sembra persa.

E mentre i protagonisti lavorano gli uni accanto agli altri senza rendersi conto che quell’interazione è “il sale della vita” e si concentrano invece sulla effimera relazione con ologrammi pronti da baciare (sempre che abbiano a disposizione abbastanza denaro per un upgrade che ne amplifichi l’esperienza), noi ci interroghiamo su quanto sia lontano quel momento di rottura nel quale non ci accorgeremo più della differenza tra realtà e immaginazione, accontentandoci di squallidi surrogati.

IL PREGIO: un racconto originale

IL DIFETTO: manca un po’ di incisività