Scritto da Francesca Totaro

Quarant’anni dopo la notte delle streghe, in cui persero la vita tre ragazze innocenti, il serial killer Michael Myers ritorna a Haddonfield. Ad aspettarlo c’è Laurie Strode che, superstite al massacro che vide protagoniste le sue amiche, ha pianificato una vendetta contro l’uomo studiata in ogni minino particolare.

Halloween, l’ultimo lavoro di David Gordon Green, rappresenta il sequel di Halloween – La notte delle streghe (1978). Protagonisti della pellicola sono Laurie Strode e Michael Myers interpretati dagli stessi Jamie Lee Curtis e Nick Castle, che presero parte alla realizzazione del primo film omonimo.

La scelta di Green, di mettere da parte tutti i sequel di Halloween, si è rivelata il punto di forza della narrazione che elimina le vie secondarie per concentrarsi su un’unica direzione: il rapporto tra i due protagonisti. Tutto ciò che accade prima del loro incontro non è che un atto preparativo pensato per generare una finta suspance. Finta perché la vera tensione arriva nel momento in cui Myers entra prepotentemente nella casa di Laurie.

I protagonisti iniziali non godono di uno spessore psicologico, al contrario sono figure bidimensionali senza una componente emotiva. Vengono uccisi come fossero birilli che, colpiti da una palla, cadono in terra senza destare alcuna preoccupazione in coloro che assistono alla scena. La loro morte non assume un ruolo significativo nella storia, che non procedendo in avanti resta ferma in un limbo circolare dal quale è difficile trovare una via d’uscita. L’unico scopo della carneficina iniziale è forse quello di palesare la brutalità del serial killer che, pur essendo invecchiato di quasi mezzo secolo, ha ancora la fortuna e l’astuzia schierate dalla sua parte.

La potenza di Myers non è abbastanza efficace quando si trova nelle vicinanze di Laurie, la donna predilige l’astuzia alla fisicità. Mentre il primo rimane ancorato ai suoi ideali, e usufruisce ancora alla sua arma prediletta, la seconda non veste più i panni della ragazzina impaurita, adesso è una donna determinata e senza un briciolo di timore. Il coraggio di lei rende vivo lo scontro finale, altrimenti troppo semplice e poco impegnativo per il killer. I giochi continuano a complicarsi e quando sembra essere di fronte ad un possibile scioglimento sbuca qualcosa che alimenta nuovamente la loro scatenata rincorsa. Lui è assetato dal sangue di lei e lei non può resistere al profumo di lui. Due anime in pena che si attraggono ma che tendono a respingersi in direzioni opposte, il bene e il male, la vita e la morte, l’uomo e la donna.

Nel momento decisivo Laurie è come se esitasse un momento prima di agire definitivamente. In cuor suo sa che uccidendo Myers uccide una parte di sé, forse quella alla quale è più legata. La paura che Myers le ha trasmesso ha donato alla sua vita un senso, attendere il ritorno di lui è stato il suo sogno per più di quarant’anni e vedere questo sogno svanire pone numerosi interrogativi nel cuore della donna. Laurie non riesce a staccare gli occhi di dosso a Michael, così come lui non distoglie il suo sguardo dal corpo di lei. Entrambi apprezzano ogni singolo momento prima di dirsi addio per sempre.

Halloween pur essendo definito un horror ha una sottotrama emotiva molto prorompente che suddivide la storia in diversi piani emotivi. La componente drammatica però non va ad intaccare le caratteristiche portanti del genere dell’orrore come: la musica crescente, le luci cupe e l’effetto sorpresa. Tutti elementi che vengono ben nascosti dietro ogni angolo buio.

In collaborazione con https://lumiereeisuoifratelli.com/