Si è conclusa alle prime luci dell’alba la lunga notte degli Oscar che ha decretato il film di Peter Farrelly Green Book miglior film dell’anno. E lo è davvero un grande film. Un film che racconta un’America ingiusta, un’America ipocrita, ma anche la capacità umana di imparare cosa significhi amicizia, giustizia, equità.
Un film che porta in scena la voglia di combattere con le buone maniere. L’idea che si può dare il buon esempio attraverso azioni pacifiche. Un potere nero fatto dalla forza dell’intelletto che, però, deve anche sapersi ribellare al momento giusto. Il rapporto tra due uomini tanto diversi eppure capaci di incontrarsi e aiutarsi a vicenda.
Pellicola curata, soprattutto nella scrittura e nell’uso della lingua che, in versione originale, offre sfumature capaci di regalare ancora più spessore. Sfumature che purtroppo in traduzione si perdono.
Un grandissimo Viggo Mortesen nei panni di Tony Lip, buttafuori italo americano autista del pianista Don Shirley interpretato da Mahershala Ali ruolo che gli è valso la statuetta come miglior attore non protagonista.
Tra i tanti film di valore nominati sicuramente una scelta che convince. Green Book si fa leggere anche dal grande pubblico.