Genèse, film di Philippe Lesage in concorso al Locarno Festival è un film che, cinematograficamente, dimostra di saper osare senza esagerare, cosa che porta sempre una boccata di freschezza a un festival di cinema. Non è per nulla scontato, tanto per fare un esempio, far partire una canzone pop in sottofondo e lasciare che questa si sviluppi all’interno del film per un lasso di tempo piuttosto lungo, quasi si trattasse di un videoclip. Da questo punto di vista, Genèse è un film che lascia alla narrazione, ai suoi personaggi, alle loro storie (e alla musica) il tempo di respirare, di espandersi e di dilatarsi. Non è un film essenziale e minimalista. Purtuttavia, propone diramazioni narrative e storie che procedono in modo parallelo in modo compatto e senza concedere troppi fronzoli. Senza essere troppo dispersivo, segue bene il suo tema centrale che è quello della ricerca dell’amore attraverso l’incontro con l’altro. Incontro con l’altro che ciascun personaggio vive a modo suo. Guillaume, per esempio, studente in un collegio maschile, cerca di trovare la maniera per non soffocare l’attrazione che prova per il suo migliore amico in un ambiente che gli è ostile. Fuori dal collegio, sua sorella cerca l’amore autentico, ma finisce per imbattersi nelle persone sbagliate. D’altro canto Felix, ragazzino che frequenta un campo estivo, si innamora di Béatrice, una sua coetanea, sotto lo sguardo attento e benevolo dei monitori del campo. Incontri che fanno nascere delle attese, generano domande, a volte portano a delle scoperte. Altre volte invece riservano grandi delusioni, degenerano in punizione o in violenza. Ma il mondo va avanti, e così anche la vita dei personaggi, e le loro ricerche esistenziali. Su questo versante, il film di Lesage dimostra di saper trattare le situazioni (anche quelle difficili) a viso aperto, riuscendo comunque sempre a conservare ben visibile una traccia indelebile di positiva fiducia, giacché anche le sconfitte non sembrano arrestare la ricerca della felicità che caratterizza i personaggi.
Un film che, in fondo, celebra lo slancio vitale, anche quando questo slancio incontra degli ostacoli. Qualche riserva rimane riguardo al finale che, se nelle intenzioni del regista dovrebbe chiudere un cerchio, solleva però diverse questioni in merito all’equilibrio interno della narrazione lasciando, purtroppo, qualche domanda in sospeso.