Una celebre attrice francese riunisce la famiglia sull’isola di Sintra (in Portogallo) per un ultimo saluto visto che ha i giorni contati a causa di una malattia. Questo il soggetto del film dell’americano Ira Sachs in competizione. Protagonista Isabelle Huppert che incarna (in modo autobiografico? Lei ha smentito, ma il dubbio resta) questo personaggio, che deve fare i conti con la morte, con un marito, un ex martito e un figlio. Ad accompagnarla altri amici, chi più chi meno, alla ricerca di un senso della vita.
Non è un personaggio molto simpatico Frankie e non fa nulla per esserlo, né con i parenti né con gli spettatori. La recitazione della Huppert è misurata e perfetta per quel ruolo e riesce a darle un tocco umano e caldo nella sua freddezza. Pochissimi sorrisi e molta malinconia per una vita che alla fine, malgrado il successo, le è scivolata tra le mani.
Un film esile, contenuto e misurato. Basato sugli sguardi e sui dialoghi. Poco altro se non un fantastico lungo piano finale. Camera fissa e loro, lontani, che arrivano in cima a un monte per poi andarsene. Solo quello. Una riunione in cima alla montagna e poi la discesa. Ognuno per conto suo.