Questo film si porta in dote un premio importante: quello attribuito a Cannes, nella sezione Un Certain Regard a Jasmine Trinca. Non è per nulla poco per un film italiano. Alla regia e alla sceneggiatura una coppia consolidata (anche nella vita) come quella composta da Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini. E a fungere da coprotagonista un altro attori di quelli che attirano gente in sala come Stefano Accorsi.

Il tutto per dire che Fortunata ha le carte per poter essere un successo. In Italia ha avuto un inizio abbastanza buono incassando più di 2 milioni di euro. Sui livelli dei maggiori blockbuster americani.

la trama. Fortunata è una donna sulla trentina che sta crescendo da sola la figlia Barbara di otto anni in un quartiere periferico di Roma. Durante una lunga estate calda Fortunata raccimola qualche soldo con la messa in piega alle vicine di casa e intanto sogna di aprire un negozio. Di mettersi in proprio. Attorno a lei gravitano personaggi tipici di un ambiente degradato. L’ex marito che la tormenta con insulti gratuiti e aggressioni sessuali. Il suo miglior amico, un tossico con una madre straniera, Lotte, che sta scivolando nel buco nero dell’Alzheimer. Ma l’incontro con uno psicoterapeuta infantile è l’opportunità di cambiare la propria vita. Bisogna capire se la protagonista è abbastanza furba, brava o intelligente per saper cogliere questa occasione.

C’è chi ha voluto ricordare (e scomodare) in questo film Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini con la Magnani. Un paragone forse esagerato e irrispettoso, ma che un senso può averlo se ricordiamo le fatiche che deve fare una donna (seppur forte) per vivere in un ambiente ostile.

Altri hanno trovato in questa pellicola il classico difetto della premiata ditta Castellitto-Mazzantini. E cioè quello di prendere un punto di vista borghese e radical chic (il loro) per analizzare una realtà romana disagiata.

Agli spettatori lasciamo la libertà di giudizio.