Questo documentario di Villi Hermann è un lavoro che dovrebbe essere mostrato nelle scuole. È infatti un documento molto interessante su un pezzo di storia che i giovani conoscono poco. Almeno alle nostre latitudini: la guerra d’Algeria.

In questo film il documentarista mostra una parte del conflitto che coinvolse la Francia e il Paese nordafricano. O meglio parla dei disertori, di quelle centinaia di persone che si sono rifiutate di andare in guerra e si sono rifugiate in paesi stranieri, anche in Svizzera.

Hermann decide di descrivere questo fenomeno perché lo ha interessato direttamente. Infatti, alla fine del conflitto (nel 1962) andò in Algeria per aiutare le popolazioni locali a ricostruire il Paese. In particolare li aiutò a edificare una scuola. Qualche mese fa ci è ritornato, camera in spalla, per vedere come è finita e per incontrare le persone che, più di 50 anni or sono, aveva conosciuto.

Il film mantiene alta la tensione – ed è forse la parte più interessante – grazie soprattutto alle testimonianze di chi aveva disertato. Infatti, oltre al viaggio in Algeria, percorre la Svizzera: tra Losanna, Ginevra e altre città elvetiche, per incontrare quegli obiettori che all’epoca fecero una scelta coraggiosa. Una scelta – hanno raccontato – che li ha costretti all’esilio o addirittura li ha portati in prigione.

Un doppio focus, quindi, sui francesi che hanno detto No al conflitto e gli algerini che sono sopravvissuti alla guerra. Un modo per rendere omaggio a due popoli che a più di 50 anni, forse, possono tornare a parlarsi in modo tranquillo. Ma soprattutto – come ha detto lo stesso regista prima della proiezione – è il film più personale di Hermann, dove la sua storia personale si mescola a quella universale.