C’è anche un po’ di Ticino al festival di Nyon (Visions du réel) dedicato al documentario che parte il 13 e termina il 22 aprile. Infatti, nella competizione nazionale, è in concorso Chaco di Daniele Incalcaterra e della locarnese Fausta Quattrini.
La pellicola racconta la storia dello stesso Daniele Incalcaterra che ha ereditato da suo padre un appezzamento di foresta vergine nel Chaco paraguaiano. Un territorio vasto quanto la metà di Parigi. Da anni si è prefissato un obiettivo che sembra però irraggiungibile: salvarla dalla deforestazione che avanza a passi da gigante, creandovi un osservatorio scientifico insieme ai nativi Guaraní Ñandevas. La riserva naturale che ha chiamato Arcadia (luogo della sua utopia personale) è però oggi sotto assedio. Il film, oltre a essere un documentario è anche un thriller politico sulla conquista del territorio, fra incertezze e i pericoli concreti, è raccontato in tempo reale.
Chaco è messo in scena in due teatri d’azione contrapposti. Il primo si trova all’ultimo piano di un alto edificio, nel pieno centro della capitale del Paraguay, Asunción, che è la base operativa del protagonista. Questo spazio, contraddistinto da un ampio salone vetrato, con una visuale di 360°, evoca il potere finanziario della città che tutto schiaccia. A questa rarefatta isola urbana, si contrappone la Natura ostile, sconosciuta e magnifica del Chaco.
Quella di Nyon è la prima proiezione europea del film. E c’è da aggiungere che lo scorso novembre, al Festival argentino Mar de Plata, ha vinto il premio Greenpeace per meriti legati alla denuncia ambientale.